Attualità

Omofobia: l’emergenza in Italia è solo propaganda

La Giornata di oggi è stata occasione per tornare a chiedere l’approvazione del ddl Zan, ma i dati dimostrano che l’intolleranza è un fenomeno marginale

di Federico Cenci -


Dopo essere stato approvato alla Camera, nei mesi scorsi il ddl Zan è stato bocciato in Senato. Il Parlamento si è dunque espresso sul testo di legge contro l’omotransfobia. Tuttavia in tanti, a sinistra, non accettano il verdetto dell’organo proprio della funzione legislativa. E così oggi, Giornata mondiale contro l’omofobia, è stata occasione per tornare a invocarne l’approvazione. Il coro unanime ha coinvolto una variegata platea che va da Vladimir Luxuria a Enrico Letta, passando per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e per alcuni esponenti del M5s. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: accelerare sul tema dei diritti per non rimanere arretrati, seguire l’esempio delle altre nazioni occidentali, sconfiggere l’omofobia.

Ma, al di là degli slogan, esiste davvero un’emergenza omofobia in Italia? I dati dell’Oscad, l’Osservatorio del ministero dell’Interno per la sicurezza contro gli atti discriminatori, sembrano smentire chi dipinge il nostro Paese come una tana di feroci nemici delle persone omosessuali: su 361 segnalazioni di matrice discriminatoria, quelle relative all’orientamento sessuale o all’identità di genere sono 77, ovvero il 21,3% del totale; molte meno, ad esempio, di quelle relative a motivi etnici o razziali (150) o a motivi religiosi (128). Ovviamente anche un solo atto discriminatorio rappresenta un fatto disdicevole, ma l’emergenza omofobia evocata a sinistra appare alquanto esagerata al netto dei dati. Vanno inoltre precisati due aspetti: punto primo, una segnalazione non accerta il reato, pertanto un numero imprecisato di quei 77 casi indicati dall’Oscad potrebbe rappresentare mere bolle di sapone; punto secondo, il nostro ordinamento contempla già leggi che tutelano le vittime di aggressioni e violenze. Non è tutto: stando ai dati pubblicati negli anni precedenti, si registra persino una riduzione delle segnalazioni, che furono infatti 82 nel 2020 e 105 nel 2019.

“Ogni caso è grave”, commenta Jacopo Coghe, presidente di Pro Vita & Famiglia, “ma fortunatamente si tratta di un fenomeno sociale molto marginale”. Quindi, prosegue, “gli sperticati allarmi di una fantomatica ‘emergenza omofobia’ in Italia lanciati dai promotori del ddl Zan erano totalmente inventati, mentre il reale intento della legge, come abbiamo sempre sostenuto, era di limitare la libertà di opinione e di espressione delle famiglie e introdurre l’ideologia gender nelle scuole”. A proposito di questo tema, a essere davvero vittime di una surrettizia discriminazione sono le famiglie, se è vero quanto ha affermato oggi il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso: “So che tante mamme e tanti papà sono costretti al silenzio” rispetto alla propaganda gender nelle scuole dei loro figli “per paura di essere etichettati come omofobi e intolleranti”. Il suo appello nei confronti di questi genitori disorientati è eloquente: “La serenità dei nostri figli deve venire prima di tutto: abbiate coraggio e denunciate, non ci si può girare dall’altra parte”.


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