Dossier Ai

OpenAi, i dubbi di Musk e la guerra dell’intelligenza artificiale

di Giovanni Vasso -


Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. O, più semplicemente, chi viene – seppur in malo modo – accompagnato alla porta, spesso e volentieri ritorna dalla finestra. Sam Altman, ex Ceo di OpenAi, è stato assunto direttamente da Microsoft, tra i primi finanziatori della fondazione che, per prima, ha lanciato con successo l’intelligenza artificiale di ChatGpt. Uno col curriculum di Altman non resta a spasso per molto tempo. Soprattutto adesso che, sull’Ai, gli Over the Top del web se le stanno dando di santa ragione. Microsoft, abbinando ChatGpt a Bing, ha lanciato una sfida diretta a Google che, da parte sua, dopo aver incassato il primissimo flop di Bard, sta lavorando alacremente per restare in scia. Amazon si sta organizzando con Lex e, intanto, ha lanciato corsi di formazione gratuiti sul rutilante mondo dell’intelligenza artificiale. Ma fremono anche i social. Che, alle prese con le prime crepe di un business miliardario e “pulito” o seguendo chimere come il Metaverso, devono correre adesso per recuperare il terreno perduto. Elon Musk, per esempio, ha annunciato il progetto Grok e non perde occasione per avvisare il mondo del potenziale letale che può avere una tecnologia così invasiva e “dominante” come può essere l’intelligenza artificiale. Il loquace patron di X, alias Twitter, ha chiesto pubblicamente ad OpenAi di rendere noti i motivi per i quali Sam Altman è stato silurato. La fondazione, nel fine settimana, si era limitata a riferire che l’ex Ceo non godeva più della fiducia del Consiglio d’amministrazione della no profit. Musk vuole vederci chiaro. Anche perché le ricostruzioni dei quotidiani americani parlavano dell’addio di Altman come motivato dalla volontà del cofondatore di OpenAi di dare una svolta alla sua vita e di entrare, una volta e per tutte, nell’elitario club dei fantamiliardari digitali. “Tutti i soldi del mondo non basteranno se l’Ai andrà male”, ha sibilato il tycoon che, evidentemente, dietro la chiamata a salvare il mondo nasconde più di un dubbio sul come siano andate davvero le cose.

Intanto, però, Altman s’è fatto un selfie con un badge da esterno per andare a svuotare il suo ufficio: “La prima e l’ultima volta che indosso uno di questi cosi”, ha scritto in aperta polemica con la sua ex creatura. Poi è arrivato il messaggio web di Satya Nadella, Ceo di Microsoft, che ha annunciato di aver assunto il papà di ChatGpt e di avergli affidato un team di ricerca. Non aspettava altro, Sam Altman, per riproporsi ai suoi followers online: “La missione continua”. Intanto, però, Nadella ha confermato che il gigante digitale fondato da Bill Gates non ha alcuna intenzione di rompere i rapporti con OpenAi. Anzi. Nemmeno la fondazione ha perso tempo e ha affidato la poltrona di amministratore delegato a Emmett Shear. Nonostante le pressioni degli investitori che hanno affidato al Financial Times un messaggio difficilmente equivocabile al board della fondazione: rivogliamo Altman al timone. Preghiere che, però, non sono state esaudite. Tuttavia, la scelta di OpenAi non è ricaduta proprio su un quisque de populo, anzi. Emmett Shear, infatti, è tra gli inventori di Twitch, la piattaforma amata dai gamer e costata ad Amazon quasi un miliardo di dollari, pagati cash, per dar battaglia a Youtube e Google. “Non vediamo l’ora di conoscere Shear e di lavorare con lui”, ha scritto sui social il Ceo Microsoft. Che, così, continuerà a giocare su due tavoli. Con l’obiettivo, dichiarato, di blindare la sua primazia in un settore che è cruciale per gli equilibri del mondo.

Non è retorica, è realtà. Chi governerà l’Ai, sarà in grado di indirizzare il mondo. Ponendosi su un gradino da cui potrà dirigere le danze. Non solo del mondo digitale, dal momento che gli Stati e la vita delle persone, dalla burocrazia fino agli affetti, è traslata dal reale al virtuale. Una guerra vera e propria che nessuno vuole perdere e da cui usciranno i nuovi padroni del mondo. Quello reale, però, non soltanto digitale.


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