Operazione contro lo streaming illegale: otto arresti e guadagni milionari
Un’importante operazione contro lo streaming illegale condotta dalla polizia postale e coordinata dalla Procura di Catania ha portato all’arresto di otto persone, alcune residenti anche all’estero. L’indagine ha smascherato una rete criminale che gestiva la diffusione illecita di contenuti protetti da copyright attraverso sistemi di IPTV pirata.
Streaming illegale: 900 mila utenti coinvolti
Secondo gli investigatori, il giro d’affari generato dal gruppo criminale superava i dieci milioni di euro, mentre i danni stimati per l’industria audiovisiva ammontano a circa trenta milioni di euro al mese. L’operazione ha infatti rivelato che il sistema intercettato copriva circa il 70% dello streaming illegale in Italia, coinvolgendo oltre 900 mila utenti.
La struttura dell’organizzazione
Le indagini, portate avanti dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania e dal Servizio polizia postale di Roma, hanno permesso di delineare un’organizzazione strutturata in maniera gerarchica. All’interno del gruppo erano previsti ruoli ben definiti: capo, vice capo, master, admin, tecnico e reseller. I vertici operavano tra Catania, Roma, Siracusa, Brescia e alcune località estere.
Attraverso server collocati in paesi stranieri e gestiti con documenti falsi e identità fittizie, il network riusciva a distribuire palinsesti televisivi e contenuti on demand provenienti da piattaforme come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix. Tra le vittime figurano anche Nowtv, Playtv, Platinum, Enjoy, Hermes e altre piattaforme digitali.
I metodi per aggirare i controlli
Per garantire l’anonimato e sfuggire alle indagini, l’organizzazione utilizzava sistemi di messaggistica criptata e una rete di reseller ai quali venivano imposte regole rigide. Questi intermediari si occupavano della vendita degli abbonamenti pirata e della distribuzione dei dispositivi, operando come veri e propri punti di riferimento locali.
Arresti e sviluppi dell’operazione
Il giudice per le indagini preliminari di Catania, dopo aver valutato le prove raccolte, ha disposto gli arresti domiciliari per sette degli indagati. Uno di loro, al momento, risulta irreperibile. Nel corso degli interrogatori, alcuni degli arrestati hanno rilasciato dichiarazioni spontanee davanti agli inquirenti.
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