ORRORE WAGNER
Evgheny Prigozhin ha attaccato frontalmente i vertici della Difesa russa, mettendoli alle strette.
Il “magnate combattente”, di fronte a una fila di corpi privi di vita e coperti di sangue “ancora caldo”, ha fatto i nomi del ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e del capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, attribuendogli la colpa dell’alto numero di caduti per la mancata consegna di munizioni. “Voi feccia state seduti nei vostri club costosi. I vostri figli continuano a vivere, pubblicando i loro videini su youtube. Pensate di essere i padroni di questa vita. Pensate di averne il diritto dato che avete riserve di munizioni. Stiamo facendo i conti della serva: se voi fornite le quote di munizioni, abbiamo cinque volte meno morti”, ha affermato nel video che ha pubblicato sul canale Telegram della compagnia.
“Questi uomini sono venuti qui come volontari e stanno morendo così che voi possiate ingrassare nei vostri uffici di mogano prezioso. Questi sono i c…o di padri di qualcuno. I figli di qualcuno. E quelle fecce che non ci stanno dando le munizioni mangeranno le loro c…o di budella all’inferno. Ci mancano il 70 per cento delle munizioni. Shoigu, Gerasimov, dove c…o sono le munizioni? Guardateli c…o”, ha aggiunto, indicando i cadaveri accanto a lui.
Il capo della Wagner ha anticipato la sua intenzione di ritirare i suoi uomini dal “tritacarne” di Bakhmut la settimana prossima, in assenza di risposte concrete: “I miei soldati non soffriranno perdite prive di senso e ingiustificate a Bakhmut senza munizioni. E’ per questo che lasceremo Bakhmut il 10 maggio 2023”.
Alle sue schiere si sarebbe unito l’ex vice ministro della Difesa russo, Mikhail Mizintsev, detto il “macellaio di Mariupol”, con il grado di vice comandante. E’ quanto emergerebbe da due filmati postati su Telegram dal corrispondente di guerra, Alexander Simonov, che mostrerebbero Mizintsev, a pochi giorni dal suo licenziamento, vestito con equipaggiamento da combattimento “wagneriano” mentre visita un campo di addestramento e le posizioni russe sul fronte più caldo nell’est dell’Ucraina.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non ha voluto commentare le parole del fondatore del temutissimo gruppo privato russo. “Abbiamo letto sui media, ma non possiamo commentare perché riguarda l’operazione militare speciale in corso”, ha tagliato corto Peskov.
Il servizio di sicurezza federale (Fsb) russo ha annunciato l’arresto di membri di un gruppo di sabotaggio che stavano pianificando un attacco terroristico contro un funzionario della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
“L’Fsb presente sul territorio della regione di Zaporizhzhia, ha scritto il Servizio in un comunicato, ha bloccato le attività di un gruppo di sabotaggio e terrorismo composto da agenti dei servizi speciali ucraini contro uno dei funzionari della centrale nucleare di Zaporizhzhia”.
Secondo l’Fsb, “il coordinamento dell’attività criminale è stato svolto dai servizi speciali ucraini”. Agli agenti ucraini fermati sono stati sequestrati un ordigno esplosivo, armi leggere automatiche e munizioni.
I membri del sodalizio, si legge nel rapporto, avrebbero anche raccolto informazioni sulla “posizione delle installazioni militari russe, del personale delle forze armate e delle forze dell’ordine, e su residenti locali filo-russi”.
Il “magnate combattente”, di fronte a una fila di corpi privi di vita e coperti di sangue “ancora caldo”, ha fatto i nomi del ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e del capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, attribuendogli la colpa dell’alto numero di caduti per la mancata consegna di munizioni. “Voi feccia state seduti nei vostri club costosi. I vostri figli continuano a vivere, pubblicando i loro videini su youtube. Pensate di essere i padroni di questa vita. Pensate di averne il diritto dato che avete riserve di munizioni. Stiamo facendo i conti della serva: se voi fornite le quote di munizioni, abbiamo cinque volte meno morti”, ha affermato nel video che ha pubblicato sul canale Telegram della compagnia.
“Questi uomini sono venuti qui come volontari e stanno morendo così che voi possiate ingrassare nei vostri uffici di mogano prezioso. Questi sono i c…o di padri di qualcuno. I figli di qualcuno. E quelle fecce che non ci stanno dando le munizioni mangeranno le loro c…o di budella all’inferno. Ci mancano il 70 per cento delle munizioni. Shoigu, Gerasimov, dove c…o sono le munizioni? Guardateli c…o”, ha aggiunto, indicando i cadaveri accanto a lui.
Il capo della Wagner ha anticipato la sua intenzione di ritirare i suoi uomini dal “tritacarne” di Bakhmut la settimana prossima, in assenza di risposte concrete: “I miei soldati non soffriranno perdite prive di senso e ingiustificate a Bakhmut senza munizioni. E’ per questo che lasceremo Bakhmut il 10 maggio 2023”.
Alle sue schiere si sarebbe unito l’ex vice ministro della Difesa russo, Mikhail Mizintsev, detto il “macellaio di Mariupol”, con il grado di vice comandante. E’ quanto emergerebbe da due filmati postati su Telegram dal corrispondente di guerra, Alexander Simonov, che mostrerebbero Mizintsev, a pochi giorni dal suo licenziamento, vestito con equipaggiamento da combattimento “wagneriano” mentre visita un campo di addestramento e le posizioni russe sul fronte più caldo nell’est dell’Ucraina.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non ha voluto commentare le parole del fondatore del temutissimo gruppo privato russo. “Abbiamo letto sui media, ma non possiamo commentare perché riguarda l’operazione militare speciale in corso”, ha tagliato corto Peskov.
Il servizio di sicurezza federale (Fsb) russo ha annunciato l’arresto di membri di un gruppo di sabotaggio che stavano pianificando un attacco terroristico contro un funzionario della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
“L’Fsb presente sul territorio della regione di Zaporizhzhia, ha scritto il Servizio in un comunicato, ha bloccato le attività di un gruppo di sabotaggio e terrorismo composto da agenti dei servizi speciali ucraini contro uno dei funzionari della centrale nucleare di Zaporizhzhia”.
Secondo l’Fsb, “il coordinamento dell’attività criminale è stato svolto dai servizi speciali ucraini”. Agli agenti ucraini fermati sono stati sequestrati un ordigno esplosivo, armi leggere automatiche e munizioni.
I membri del sodalizio, si legge nel rapporto, avrebbero anche raccolto informazioni sulla “posizione delle installazioni militari russe, del personale delle forze armate e delle forze dell’ordine, e su residenti locali filo-russi”.
Torna alle notizie in home