Esteri

Ostaggi di Hama a Gaza, spiragli di accordo. Ecco le condizioni

di Ernesto Ferrante -


Liberazione di tutti i civili tenuti da Hamas a Gaza durante un primo cessate il fuoco di sei settimane, scarcerazione di tre detenuti palestinesi per ogni ostaggio israeliano rilasciato, riposizionamento temporaneo delle truppe di Tel Aviv lontano dalle aree più popolate di Gaza e aumento degli aiuti umanitari nell’enclave. Sono questi i punti fondamentali della bozza di accordo proposta da Stati Uniti, Egitto e Qatar.

L’architettura dell’intesa è stata definita domenica a Parigi alla presenza del capo del Mossad, David Barnea, di quello dello Shin Bet, Ronen Bar, del direttore della Cia, William Burns, del capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, e del primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Quest’ultimo, al termine dei negoziati nella capitale francese, è volato a Washington per incontrare il segretario di Stato, Antony Blinken, ed il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.

Sono trapelate anche le “linee rosse”: “Non richiameremo le Idf dalla Striscia di Gaza e non rilasceremo migliaia di terroristi”, ha chiarito il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. “Qualsiasi accordo per noi deve includere diversi punti: il primo è la garanzia di una cessazione completa dell’aggressione della Striscia di Gaza”, ha affermato Taher al-Nunu, esponente dell’ufficio politico di Hamas.

Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno annunciato la morte di tre militari, uccisi ieri durante gli scontri a Gaza. Il bilancio dei morti tra i militari israeliani impegnati nell’offensiva di terra è salito a 223. L’ospedale al-Awda nel nord di Gaza è stato bombardato per la seconda volta in 48 ore dall’esercito israeliano. E’ il quarto episodio di questo tipo.

Borrell teme una catastrofe. “È fondamentale preservare il ruolo insostituibile dell’Unrwa nella fornitura di aiuti umanitari a Gaza, come sottolineato dal coordinatore delle Nazioni Unite, Kaag”. A scriverlo sul social X è stato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, dopo che diversi Paesi hanno annunciato di sospendere temporaneamente i loro finanziamenti all’Agenzia per il presunto coinvolgimento di alcuni membri nella strage del 7 ottobre.


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