Ostaggi, il Washington Post: accordo vicino. Ma Hamas: Israele blocca la mediazione
Sarebbe vicino l’accordo tra Israele e Hamas per il rilascio di 70 ostaggi, donne e bambini, tenuti a Gaza. Così una fonte israeliana al “Washington Post”, secondo cui l’intesa potrebbe essere annunciata a giorni. “Lo schema generale dell’accordo è stato concordato”, ha detto la fonte al quotidiano americano, secondo cui gli ostaggi sarebbero rilasciati a gruppi, in cambio di donne e giovani palestinesi detenuti in Israele.
Secondo il Washington Post, Israele starebbe cercando di ottenere il rilascio di 100 fra donne e bambini, mentre Hamas sarebbe disposto a liberarne 70. Fonti arabe sostengono che sarebbero almeno 120 le donne e i minori palestinesi nelle prigioni israeliane che potrebbero essere rilasciati nello scambio. Israele, inoltre, accetterebbe un cessate il fuoco temporaneo fino a cinque giorni, per permettere il passaggio sicuro degli ostaggi e l’arrivo di aiuti per i civili di Gaza.
L’accordo prevede che le donne e i bambini israeliani siano rilasciati in gruppi, contemporaneamente a donne e giovani palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Israele vuole il rilascio di tutte le 100 donne e bambini presi da Israele, ma il numero iniziale sarà probabilmente inferiore.
Intanto, Il braccio armato di Hamas, Brigate Ezzeldín al Qassam, torna ad accusare Israele di bloccare l’ accordo. Secondo il portavoce Abú Obeida il Qatar starebbe mediando per raggiungere un’intesa che consenta il rilascio di “200 bambini e 75 donne palestinesi” incarcerati, ma da parte delle autorità israeliane c’è stato un rinvio. “Il nemico ha chiesto la liberazione di cento donne e bambini detenuti a Gaza”, ha affermato, per poi precisare che – nel caso si concordi una tregua di cinque giorni – si potrebbero liberare 50 tra donne e bambini. “Il numero potrebbe arrivare a 70, considerata la presenza di detenuti di vari Paesi, sempre che la tregua assicuri l’ingresso di aiuti umanitari per il nostro popolo in tutta la Striscia di Gaza”. Tuttavia, Israele “continua a rimandare ed evita di fare la sua parte e ignora non solo la vita dei civili palestinesi, ma neanche gli importa di uccidere i propri ostaggi”, ha aggiunto, annunciando che una militare identificata come Noa Marciano, sequestrata il 7 ottobre, sarebbe morta in uno dei bombardamenti israeliani sulla Striscia.
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