Panpenalismo, politica e il peso dell’informazione distorta
Torna la rubrica "La Nostra Sicurezza": una giustizia in crisi per la proliferazione di norme e figure di reato
LA NOSTRA SICUREZZA – Panpenalismo, politica e il peso dell’informazione distorta
In Italia la proliferazione di norme penali e sanzioni ha superato da tempo le 10.000 figure di reato oltre le leggi speciali, una patologia della disfunzione legislativa e della rappresentanza politica, che vanifica la certezza nell’intervento della pena, inficiando l’efficacia delle politiche di sicurezza. Un fenomeno connesso alla dissolta etica della responsabilità e improvvisazione di parte del ceto politico, ma anche degli effetti invasivi della comunicazione globale di massa, andata oltre il demistificatorio dibattito sulla televisione “autoritaria”.
L’informazione incide e condiziona le politiche penali e della sicurezza, quindi, attraverso la diffusione intergenerazionale dei social media si indirizza l’opinione pubblica, un pernicioso cambiamento nella gestione e potere dei media. Molte notizie social e in alcuni casi giornalistiche sono prive di controllo sulla veridicità degli eventi, diversamente dalle fake news alcuni slogan sono veicolati da centri di interesse o gruppi di potere. L’informazione non corretta o distorta condiziona l’opinione pubblica, da cui si origina la massa critica di pressione sociale emotiva e non per reali esigenze. L’attenzione per i dibattiti di approfondimento sui delicati temi della sicurezza pubblica e della giustizia va ben oltre il legittimo e doveroso diritto di cronaca, creando fenomeni di allarme sociale.
La popolazione viene spinta ad invocare l’intervento del Parlamento è critica verso la giustizia, in una fase ove credibilità, fiducia e prestigio della magistratura sono già fortemente incrinati, quindi alimentando lo squilibrio funzionale. Le forze politiche sensibili all’opinione pubblica, ai social e molti dei suoi vacui influencer e opinionisti, perseguono logiche di consenso del momento più che di governo. Renzi e la supponenza del personaggio pubblico, sono un esempio di come il rapito consenso si dissolva più rapidamente della narrazione costruttiva, specie se fondata su un’idea che crea suggestioni d’immediata efficacia comunicativa.
Il nuovo contesto sociopolitico e il panpenalismo
Il dissolvimento dei partiti post-bellici, il contesto sociopolitico conseguente e le difficoltà nel governare di maggioranze spurie e contraddittorie, hanno portato ad introdurre sempre più ipotesi di reato o inasprire pene per fattispecie già contemplate, rendendo irreversibile il fenomeno del panpenalismo. La sensibilità sociale è la sua composizione è mutata, i confini tra destra e sinistra tradizionale appaiono a tratti confusi o tangenti e quando governano sono impercettibili.
Il presidente Meloni è un caso unico negli ultimi 30 anni, nonostante governi da tre anni il suo consenso non si è eroso, sempre netta e mai ondivaga, piaccia o non piaccia e l’unico leader solido che l’Italia e l’Europa hanno espresso in un contesto storico complesso, il cui valore è riconosciuto dal qualificato giornalismo internazionale, che non è affetto dall’arcaico provincialismo tardo borghese di opinionisti e opinioniste schierati. La società nazionale e il villaggio globale, non percepiscono differenze culturali apprezzabili, se non slogan affini a quelli dei prodotti di consumo di massa, tranne che su i temi divisivi, tra cui la diversa percezione della realtà e del sentimento popolare e trasversale in tema di ordine pubblico, sicurezza pubblica e giustizia nel sistema paese. Al di là delle scelte politiche strategiche, lo schema del ‘900 è morto e può essere colmato dall’improvvisazione di chiunque da sinistra a destra, in quanto tutti omologabili nelle interscambiabilità, come emerge dal civismo degli enti locali o come dimostrato sul piano politico nazionale dal movimento qualunquista, nonostante le sue contraddizioni storiche, politiche e culturali.
Il dissolvimento dei confini ideologici e i social, hanno sigillato l’idea di un falso egualitarismo percepito come libertà e conquista, in realtà trattasi di regressione sociale dell’individualismo egocentrico, avendo disperso l’idea collettiva del progresso e del valore dell’esistenza umana, che non può fondarsi sull’illusorietà di un momento, caducità di aspetti che nutrono le posizioni estremiste. La degenerazione del garantismo ideologico e il perdonismo “tout court”, ha prodotto politiche tampone su materie come la sicurezza pubblica e urbana per capitalizzare consenso; quindi, anziché lavorare a riforme sistemiche si introducono norme e divieti che non aiutano anche quando necessarie, forse è il momento di passare dalla riserva di legge alla riserva dei codici in materia penale. La confusione contraddittoria dell’opposizione pesa ma ciononostante, non si connette con il paese su detti temi e non solo, che vanno anteposti a tattiche fondate su fallacie logiche per tornare al governo. Thomas Hobbes affermava il primato della legge rispetto ad un sistema giudiziario disordinato, oggi arricchito dal panpenalismo e contraddittorie letture della Pubblica Sicurezza, un sistema che non ho remore a definire premoderno.
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