Esteri

Papa Francesco: “In guerra non ci sono buoni e cattivi”

Il Papa ha parlato di guerra tra Russia e Ucraina: "Non ci sono buoni e cattivi"

di Claudio Capotosti -

PAPA FRANCESCO JORGE MARIO BERGOGLIO (©Imagoeconomica)


«Non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro».

Papa Francesco è tornato a parlare della guerra in corso tra Russia e Ucraina. L’ha fatto con i direttori delle riviste culturali europee dei Gesuiti, incontrati in Vaticano lo scorso 19 maggio. Il testo del suo intervento è stato pubblicato da La Civiltà Cattolica il 14 giugno.

Il Papa ha ripreso quanto già esposto in un’intervista al Corriere della sera un mese e mezzo fa, quando aveva fatto discutere per le sue dichiarazioni sull’ “abbaiare della Nato alle porte di Mosca”.

Tornando sul tema, questa volta ha dichiarato che bisogna allontanarsi «dal normale schema di “Cappuccetto Rosso”: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era cattivo». La responsabilità del conflitto va ascritta alla brutalità e alla ferocia «con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi», ma bisogna pur dire che «è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita».

E a quanti ritengono che si stia mostrando troppo favorevole a Putin, Francesco risponde: «No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi».

Ha poi proseguito esprimendo il suo sostegno, la sua solidarietà e la sua ammirazione per gli ucraini, di cui ha elogiato più volte e con forza il coraggio e l’eroismo. «Un popolo che non ha paura di combattere. Un popolo laborioso e allo stesso tempo orgoglioso della propria terra», li ha definiti.

In effetti, chi conosce un po’ di storia, e specialmente quella del XX secolo, non può stupirsi della resistenza degli ucraini. Così come non meraviglia l’ostilità all’invasione russa della comunità greco-cattolica di quel Paese. La loro è una Chiesa martire, che per decenni ha pagato con il sangue la sua fedeltà a Roma, subendo le persecuzioni delle autorità sovietiche e della Chiesa ortodossa, che ha sempre considerato i greco-cattolici traditori.

«L’Ucraina – sottolinea Bergoglio – è esperta nel subire schiavitù e guerre. È un Paese ricco, che è sempre stato tagliato, fatto a pezzi dalla volontà di chi ha voluto impossessarsene per sfruttarlo. È come se la storia avesse predisposto l’Ucraina a essere un Paese eroico».

Simbolo indiscusso di questa lotta è stato il cardinale Josyp Slipyj (1892-1984), arcieparca metropolita di Leopoli degli Ucraini, che per il suo anticomunismo e il rifiuto di convertirsi all’ortodossia, passò 18 anni nei gulag.


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