Papa Leone vuole la pace: “Andrei a Gaza”
La lezione del pontefice: "Abbandonare le armi e il commercio dietro le guerre"
Papa Leone vuole la pace a Gaza. E non solo. Sarebbe disposto anche a recarsi lì, di persona. Se servisse. Già, perché il pontefice sa fin troppo bene che le dinamiche alla base delle guerre, degli scontri, quelle che poi causano eccidi e carneficine, hanno ragioni e cause ben più profonde, invisibili agli occhi del mondo. Ed è a queste che il pontefice si vuole dedicare.
Il Papa a Gaza? “Ci andrei”
Parlando coi giornalisti a Castel Gandolfo, mentre usciva da Villa Barberini per rientrare in Vaticano, Papa Leone s’è soffermato su Gaza e sull’ipotesi di un viaggio apostolico in terra palestinese. A Prevost, di rientro dalle vacanze, non manca realismo e spirito pragmatico: “Ci sono tanti luoghi dove io personalmente vorrei anche andare, però non è necessariamente la formula”, ha spiegato. Leone XIV ha quindi proseguito cogliendo il punto: “Bisogna incoraggiare tutti a lasciare le armi, lasciare anche tutto il commercio che c’è dietro a ogni guerra. A volte il traffico delle armi, le persone diventano solo strumenti senza valore. Dobbiamo insistere per la dignità di ogni essere umano, che sia cristiano o musulmano: siamo figli di Dio”.
“Una vacanza di lavoro”
Non sono state ferie nel senso letterale del termine. Per Papa Leone, il lavoro non è mancato. L’attacco israeliano alla Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza ha ferito tutta la comunità cristiana, a prescindere dalle confessioni. Riunendo cattolici e ortodossi nell’appello per la pace. Intanto, il mondo, ha deplorato una volta di più le violenze e i raid che appaiono sempre più indiscriminati e fuori controllo da parte delle forze armate israeliane. La situazione a Gaza resta davvero pesante, così come il clima che si respira nel Medio Oriente. Torrido e, purtroppo, non solo per via delle alte temperature estive. Nei giorni scorsi il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, aveva raccontato della sua visita a Gaza: “Il Patriarca Teofilo III e io siamo tornati da Gaza con il cuore spezzato. Ma anche incoraggiati dalla testimonianza di molte persone che abbiamo incontrato. Eppure, in mezzo a tutto questo, abbiamo incontrato qualcosa di più profondo della distruzione: la dignità dello spirito umano che si rifiuta di spegnersi. Abbiamo incontrato madri che preparavano il cibo per gli altri, infermiere che curavano le ferite con delicatezza e persone di ogni fede che ancora pregavano il Dio che vede e non dimentica mai. Cristo non è assente da Gaza”.
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