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Parla Nasrallah, il capo dei 100mila Hezbollah: Israele più debole della tela di un ragno. Usa colpevoli del mancato cessate il fuoco, ne pagheranno il prezzo. E l’appello alla lotta per Egitto, Siria, Giordania e Libano: Gaza vincerà

di Angelo Vitale -


Parla Nasrallah: “Gerusalemme, l’assedio di Gaza e l’espansione dei progetti in Giudea e Samaria” sono stati la molla che ha spinto Hamas all’attacco del 7 ottobre, “Non esiste battaglia più legittima e giusta dal punto di vista umanitario, morale e religioso”. Queste le prime parole di Hasan Nasrallah, capo di Hezbollah, il ‘Partito di Dio’ da 100mila miliziani, finora in silenzio sul conflitto in corso. Ad Hamas il segretario generale di Hezbollah attribuisce il merito di aver “riacceso la questione palestinese”. Un’operazione “saggia, coraggiosa e tempestiva”.

L’assoluta segretezza e il fattore sorpresa – ha aggiunto – sono ciò che ha assicurato il successo dell’attacco di Hamas”. E il fatto che che nessuno conoscesse i dettagli dell’attacco sono la prova che “questa battaglia è interamente palestinese”, ha aggiunto, dicendosi all’oscuro di quanto fosse stato preventivato e poi messo in atto.

“Israele è più debole della tela di un ragno – ha poi affermato -. Il 7 ottobre è stato un terremoto di sicurezza, militare, politico, psicologico e morale. Questa battaglia lascerà i suoi effetti sul presente e sul futuro per molti anni a venire e rivelerà la debolezza di Israele”. Una debolezza manifesta anche per la velocità dell’aiuto richiesto e delle armi ottenute dagli Stati Uniti: “Che Paese forte è quello che non si regge da solo sulle sue gambe?”.

Dal capo Hezbollah, sarcasmo per lo Stato di Israele: “Fin dalle prime ora dell’attacco, vagavano scioccati e persi. Uno dei loro più importanti errori è quello di aver sempre fissato obiettivi elevati che poi non sono in grado di raggiungere”. Come nella guerra del 2006, “quando Israele si pose obiettivi ambiziosi cui alla fine ha dovuto rinunciare”.

“Qualsiasi esercito che abbia qualche aereo e qualche missile – ha aggiunto – può fare ciò che ha fatto Israele e ciò che sta facendo a Gaza, ma in pratica non ha ottenuto risultati sul terreno”.

Poi, un attacco violento agli Stati Uniti: “Loro la colpa del mancato cessate il fuoco a Gaza. Loro conducono la guerra e loro devono pagare il prezzo della loro aggressione”.

Ancora, un esplicito appello ai Paesi confinanti per una discesa sul campo al fianco di Hamas: “Questa è una battaglia decisiva e storica. Abbiamo due obiettivi: il primo è fermare l’aggressione a Gaza, il secondo è la vittoria della resistenza e di Hamas. La vittoria di Gaza è oggi nell’interesse egiziano, giordano e siriano e, in primo luogo, è un interesse nazionale libanese”.

Di seguito, da Nasrallah l’ammissione di un ruolo di protagonismo nel conflitto: “Hezbollah è entrato nella campagna dall’8 ottobre. La resistenza islamica in Libano da allora conduce una battaglia che solo chi si trova al confine può percepire”. E una rinnovata minaccia: “I missili e i droni lanciati dallo Yemen raggiungeranno Eliat e le basi israeliane”.

Poi, una risposta a quanto in questi minuti Benjamin Netanyahu rivolge come monito a Hezbollah: “Le operazioni sul confine settentrionale stanno creando ansia e paura tra la leadership israeliana e gli americani, perché è realistica la possibilità che si trasformino in una battaglia su vasta scala. Se il nemico sta pensando di attaccare noi o un attacco preventivo, sarà l’errore più grande che abbiano commesso nella loro storia”.

Dopo un’ora e mezza, Nasrallah conclude il suo discorso: “Abbiamo ancora bisogno di tempo ma vinceremo, come abbiamo vinto nel 2006. Vincerà Gaza e vincerà la Palestina”.






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