Attualità

Fuori i lobbisti Amazon dal Parlamento Ue, il braccio di ferro

Il caso sollevato da Politico, l'azienda replica: "Continuiamo ad avere accesso al Parlamento"

di Cristiana Flaminio -


Il Parlamento Ue è pronto a silurare i lobbisti di Amazon. Strasburgo non ne può più dei curatori di interessi dell’azienda cara a Jeff Bezos, a cui la notizia proveniente dal cuore del potere legislativo europeo non può che rovinare la luna di miele che sta seguendo lo sfarzoso matrimonio veneziano con Lauren Sanchez. A dirla meglio, la vicenda, che è antica ma che torna di feroce attualità in questi convulsi mesi di tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, investe i gruppi di interesse legati al colosso dell’e-commerce.

Magazzini e dazi

Il motivo, come riporta Politico, dello scontro tra Amazon e Parlamento Ue è sempre lo stesso. L’azienda non ha fatto nemmeno un passo avanti apprezzabile per migliorare le condizioni di lavoro nei suoi magazzini. Negli anni passati, l’azienda di Bezos, in tutto il mondo e pure in Italia, è stata al centro di scandali e polemiche ferocissime per le condizioni di lavoro cui erano sottoposti i dipendenti. Al punto che è passata nella cultura pop l’immagine dei cronometri utilizzati per misurare le pause toilette dei lavoratori. Una condizione inaccettabile, per l’Europa, che ha cominciato un lungo braccio di ferro già da febbraio di un anno fa quando Strasburgo decise di ritirare i badge ai lobbisti di Bezos. Ora, che in ballo c’è pure la questione dei dazi, e dal momento che l’occasione per lanciare un segnale a Trump è troppo ghiotta, il Parlamento ha fatto trapelare la richiesta di estendere il ban anche alle società terze, non direttamente dipendenti da Amazon, che però ne perorano gli interessi.

Amazon: “Noi avremo sempre accesso al Parlamento”

Politico, dopo aver pubblicato la nota a cui ha avuto accesso, ha avuto un’interlocuzione la portavoce dell’azienda, Sarah Tapp. Che ha deplorato l’iniziativa ritenuta legata a settori meno concilianti e più ideologici dell’aula: “Ci auguriamo che il Parlamento europeo lasci spazio a voci moderate e a discussioni basate sui fatti, incentrate sul settore della logistica in senso più ampio e che riflettano il contributo di Amazon all’economia e alla società europea”. Quindi ha spiegato: “Amazon continua ad avere accesso al Parlamento europeo, quindi i ripetuti resoconti mediatici che affermano il contrario sono di fatto inesatti”.


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