Economia

Pax scolastica: spunta la detrazione sui libri

Misura ancorata all'Isee ma il ceto medio rischia di restarne fuori

di Giovanni Vasso -


Una detrazione sui libri scolastici. Settembre, andiamo. È tempo di tornare in classe. E, come da tradizione, la riapertura delle scuole avviene tra le (solite) mille polemiche. Sui costi dei libri, per esempio. Sugli aumenti denunciati dai consumatori come un salasso e “difesi” dagli editori secondo cui nessuno si può dire davvero sorpreso dal momento che i rincari, se e dove ci sono stati, erano stati ampiamente annunciati e commisurati al tasso dell’inflazione. C’è una cosa, l’unica, che sembra mettere d’accordo tutti. Ossia l’idea di offrire, alle famiglie, una detrazione fiscale sull’acquisto di libri scolastici. Una proposta di compromesso, sia chiaro. Che da un lato accontenta tutti, dall’altro però non sembra risolvere il problema. Che è e rimane uno: studiare, oggi, “costa” sempre di più e il rischio è che, oltre a bloccare (ancora di più) l’ascensore sociale, si perdano talenti di cui il Paese ha bisogno. Ma la questione è pure un’altra e cioè quella di includere anche il ceto medio. Famiglie su cui la crisi morde feroce ma che, come continua ad accadere da fin troppo tempo, si ritrovano regolarmente fuori, o comunque ai margini, di bonus, sgravi e misure di sostegno.

La pax scolastica e la detrazione sui libri

Settembre, andiamo. È tempo di tornare in classe e di farlo schivando i colpi che i contendenti si stanno sferrando sull’agone. Uno scontro all’arma bianca, col Codacons che fa i conti e parla di stangata e l’Aie che rintuzza gli attacchi parlando di “analisi fuorvianti” in cui “la spesa per i testi scolastici viene annegata in un calderone che comprende anche zaini, quaderni, e molto altro ancora”. Una battaglia. E proprio mentre i due litiganti attendevano l’intervento mediatico dei rispettivi alleati è arrivata la notizia che ha portato il sereno. Almeno per un po’. Sì, hanno ammesso fonti governative e in maniera (chiaramente) ufficiosa. Palazzo Chigi sta pensando a inserire una detrazione sui libri di testo scolastici pari al 19 per cento. Una misura studiata per venire incontro alle problematiche delle famiglie. Le sciabole, pronte a tintinnare, sono state riposte. Gli uffici stampa, già pronti a sparare, han dovuto immediatamente rinculare, cambiando postura e munizioni. Tutte le sigle, tutte le organizzazioni e associazioni, dagli editori ai consumatori, si son ritrovate a benedire la proposta. Che, per il momento, non c’è. Almeno su carta. Ma che, nell’attesa di capire di cosa si tratti, convince anche le famiglie. Mentre i librai, che erano stati tirati in ballo, seppur in maniera indiretta dai consumatori, hanno chiesto ai decisori politici di tenerli presenti e di incentivare gli acquisti proprio in libreria. Insomma, sì alle detrazioni purché non vadano a vantaggio dell’e-commerce.

Le preoccupazioni del ceto medio

Settembre, andiamo. È tempo di pagare. E, come al solito, il rischio è che a farlo più di tutti sia (ancora una volta) il ceto medio. Già, perché a quanto emerge dalle indiscrezioni provenienti da fonti ministeriali, la detrazione sarà ancorata all’Isee. In pratica, il pericolo è che la “mossa” si rivelerà un boomerang per quelle famiglie medie che attendono ancora dal governo quella mano di cui s’è tanto parlato finora. Una questione che non è peregrina. Non lo è, di sicuro, per quelle famiglie che si ritrovano a sperare di ottenere bonus e sgravi ma che, fin troppo spesso, dopo aver prodotto pile e pile di carte impattano negli scaglioni di reddito e che si ritrovano a perdersi in un labirinto defatigante dal quale escono con le pive nel sacco. Una questione, dunque, serissima. Sollevata, tra gli altri, anche da Adoc. La presidente Anna Rea ha specificato che occorrerà lavorare affinché “questa misura sia realmente efficace e non si trasformi in un’opportunità solo sulla carta”. E, pertanto, “è fondamentale che i criteri di applicazione siano giusti ed equi”. Per tutti, però: “Se l’agevolazione dipenderà dall’Isee, chiediamo che la soglia sia fissata in modo da includere non solo le fasce economicamente più svantaggiate, ma anche le famiglie del ceto medio-basso, che troppo spesso non rientrano nei bonus ma faticano comunque a far quadrare i conti”. E ancora: “Il caro libri non è un problema che si risolve con un tetto di spesa per garantire che il diritto allo studio non sia compromesso dalla capacità economica, è indispensabile che non vi siano paletti e che la detrazione possa coprire integralmente la spesa, affinché nessuno studente sia svantaggiato”.


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