EstereFatti

Pennsylvania, se papà perde la testa per colpa di Biden

di Martina Melli -


In Pennsylvania un uomo è stato arrestato con l’accusa di aver decapitato il padre e di aver pubblicato il filmato su YouTube. Il presunto assassino si è identificato nel video come Justin Mohn, 32 anni, e ha dichiarato di aver ucciso il padre, Michael Mohn, “un impiegato federale” di 68 anni perché “traditore”. Mohn, a cui, subito dopo l’arresto è stata negata la cauzione (oibò), ha duramente attaccato l’amministrazione del presidente Joe Biden, il movimento Black Lives Matter, la comunità Lgbtq+ e gli attivisti antifa.

Nel video, intitolato “La milizia di Mohn – Chiamata alle armi per i patrioti americani”, della durata di 14 minuti, il giovane indossa guanti e tiene la testa del padre in un sacchetto di plastica prima di travasarla in una pentola. Il video è rimasto online per sei ore prima di essere rimosso, facendo inorridire gli utenti della piattaforma. Non è chiaro chi abbia allertato la polizia, ma Phillycrimeupdate, un account di X, ha pubblicato aggiornamenti sulla situazione mercoledì mattina, esprimendo shock per il fatto che YouTube avesse impiegato così tanto per rimuovere la clip.

Mohn ha intentato almeno tre cause contro le agenzie federali, tra cui il governo degli Stati Uniti: lo avevano indotto a contrarre prestiti studenteschi tra il 2010 e il 2014, anno della sua laurea presso la Pennsylvania State University. Il giudice ha definito le accuse “del tutto speculative e prive di basi fattuali” e ha affermato che le lamentele di Mohn erano le “accuse imprecise di un laureato deluso”.

Dopo l’università, nell’ottobre 2016, l’uomo è stato assunto come rappresentante del servizio clienti dell’azienda Progressive Insurance e subito licenziato nell’agosto 2017 per aver aperto a calci le porte della struttura, come mostrano i documenti del tribunale. Nel 2020, quindi, ha citato in giudizio il suo ex datore di lavoro, sostenendo che il licenziamento fosse illegittimo e che avesse subito discriminazione sessuale. Un tribunale distrettuale ha poi stabilito che Mohn non è stato in grado di dimostrare il caso di discriminazione anche perché, come per le altre vicende giudiziarie, ha deciso di rappresentarsi da solo.


Torna alle notizie in home