Economia

Pensioni, Meloni tra l’incudine Fi e il martello Ue

di Cristiana Flaminio -


Ora, per il governo, il viaggio verso l’approvazione della legge di bilancio entro il 31 dicembre è in discesa. Almeno in teoria. Perché spunta un tema che, potenzialmente, potrebbe creare più di un grattacapo alla compagine di governo guidata da Meloni e, sul fronte economico, da Giorgetti. Forza Italia non ha la minima intenzione di cedere sul suo cavallo di battaglia delle pensioni. E, anzi, conferma la volontà di voler aumentare le minime portandole (almeno) fino a seicento euro. Traguardo, questo, da raggiungere con questa manovra e finalizzato all’obiettivo dell’innalzamento a mille euro per le minime da cogliere entro la fine della legislatura. Lo ha ripetuto, poi, ieri mattina Licia Ronzulli, capogruppo al Senato per Fi, lo ha ribadito ieri al Tg1 Mattina: “Per Forza Italia l’aumento delle pensioni minime è da sempre un punto fondamentale del programma: lo abbiamo realizzato quando eravamo al governo e, oggi, lo rilanciamo, ponendoci come obiettivo di legislatura quello di portarle a mille euro al mese. Proprio in queste ore, stiamo lavorando nella manovra per far sì che si arrivi fin da subito a 600 euro almeno per gli over 75”.
Dice quel proverbio che quando i piccoli (absit iniura verbis) parlano di qualcosa, vuol dire che i grandi lo hanno già fatto. E difatti a rilanciare l’impegno azzurro sulle pensioni era stato proprio Silvio Berlusconi, il più “grande” di tutti. Il Cav, intervenuto alla festa di Natale del suo Monza, ha tenuto un discorso in cui ha tenuto a ribadire gli obiettivi politici di Forza Italia: “Abbiamo detto che nella legislatura porteremo la pensione per gli anziani a mille euro. Adesso con i pochi soldi che abbiamo possiamo cominciare a portarla a 600 euro. Poi, con cento euro all’anno, dovremo arrivare a mille”. Dunque, passando dai nonni ai loro nipotini, Berlusconi ha aggiunto: “La mia idea è detassare poi e decontribuire le assunzioni dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Questo dà a tutti gli imprenditori una grande convenienza di assumere giovani per un contratto a tempo indeterminato e non gli costa più come con gli altri”.
C’è però un problema. Il governo dovrà, sì, mettere mano alle pensioni. Ma dovrà farlo così come gli “consiglierà” l’Unione Europea. Proprio sulla previdenza sociale, infatti, si sono snodate alcune delle critiche che la commissione ha rivolto al governo per la manovra economica. Secondo Bruxelles, infatti il piano italiano “include misure incoerenti con la parte strutturale delle precedenti raccomandazioni Ue sul Bilancio, in particolare sui settori di pensioni e dell’evasione fiscale, incluso sull’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici e la soglia legale dei pagamenti in contanti”. All’Ue preme che Roma proceda a una riforma strutturale del sistema pensionistico che consenta allo Stato di risparmiare quanto più possibile. Per Bruxelles, il modello (minimo) è la legge Fornero “un’ambiziosa riforma” che contribuisce “a ridurre la spesa nel lungo termine” anche nel breve termine a causa di misure come Quota 100 e Quota 102 che hanno “anticipato regimi di pensionamento”. 


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