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Per la Ue gli “standard democratici della Turchia sono in regressione”. Ankara non ci sta: “Solo pregiudizi”

di Davide Romano -


Il governo turco respinge il rapporto approvato dal Parlamento europeo e accusa Bruxelles di avere “poca visione”. Speranza per la ripresa dei colloqui Mosca-Kiev

La Turchia non ci sta a passare per una “democratura”, un’autocrazia dove “gli standard democratici sono in regressione”. La relazione sulla situazione del Paese governato da Recep Tayyip Erdogan, approvata ieri dal Parlamento europeo con 448 voti a favore, non è piaciuta ad Ankara, che giudica il documento “di parte” e “irrealistico”. Per la stragrande maggioranza dei parlamentari europei la Turchia non avrebbe fatto “progressi chiari e significativi sulle riforme relative all’Ue”, elemento che impedisce al “Parlamento di riprendere i negoziati di adesione all’Unione”. Per il deputato Nacho Sanchez Amor che ha illustrato il rapporto, ”la Turchia non ha un problema con la Svezia o con la Finlandia. Ha un problema con la democrazia”.

Parole che fanno comprendere come quella europea sia una evidente risposta ad Erdogan, che da settimane impedisce l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Per la Turchia la relazione approvata dal Parlamento Ue è “senza visione”, un testo giudicato “poco costruttivo”. Una Turchia dunque sempre più lontana dall’Europa, ma che al contrario dell’Ue sembra in grado di svolgere un ruolo di mediazione nel conflitto tra Russia e Ucraina. Questa mattina ad Ankara si è svolta una conferenza stampa congiunta tra il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, e il suo omologo russo Sergej Lavrov. Dall’incontro è emersa la possibilità di una ripresa del negoziato tra Russia e Ucraina per arrivare ad un cessate il fuoco.

“Siamo pronti a lavorare per mettere in sicurezza l’uscita delle navi dai porti dell’Ucraina, siamo pronti a collaborare con i nostri omologhi turchi su questo” ha affermato Lavrov, che con Cavusoglu ha affrontato principalmente la questione dei corridoi sicuri per il grano. Alle parole di Lavrov si è aggiunta una nota del ministero della Difesa russo, che ha ribadito la volontà di Mosca nel trovare una soluzione alla questione del grano bloccato: “La Federazione russa sta prendendo tutte le misure per assicurare la sicurezza della navigazione civile nelle acque del Mar Nero e del Mare di Azov”.


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