Cultura & Spettacolo

Per una riforma dello smart working

di Redazione -


 

Oltre l’emergenza, un libro a cura di Michel Martone

 

Il lavoro da remoto si è imposto a livello globale come l’unica modalità possibile, in tempi di pandemia. Una rivoluzione che ha fatto crollare le antiche distinzioni tra lavoro e vita privata, mettendo in discussione, con lo spazio e il tempo di lavoro, lo stile di vita.

Questo fenomeno è oggi regolato dalla legge sullo smart working, immaginata per uno svolgimento della prestazione parziale. Di qui l’esigenza, avvertito da un gruppo di accademici ed esperti coordinati da Michel Martone (professore ordinario di Diritto del Lavoro), di ricercare, con approccio multidisciplinare, le possibili soluzioni ai problemi emersi nel corso del lockdown, fino a prefigurare i tratti di una riforma che, attraverso un ripensamento complessivo della disciplina del lavoro da remoto, vada oltre l’emergenza. Problemi nuovi richiedono soluzioni e “Il lavoro da remoto. Per una riforma dello smart working oltre l’emergenza”, a cura di Michel Martone (Ed. La Tribuna), dimostra che esistono lo condizioni culturali, sociali ed economiche per cogliere questa opportunità di disciplinare il più significativo evento lavorativo del terzo millennio. Il volume è diviso in cinque sezioni: “Fenomenologia del lavoro da remoto”; “Ordinamento del lavoro da remoto”; “Lavoro da remoto e relazioni industriuali”, “Prospettive di riforma”; “Case studies”. Michel Martone affianca lo studio del contesto normativo a varie ipotesi di riforma dello smart working, riportando alcuni casi di studio (l’esperienza Enel, quella della Caltagirone Editore spa, le prime esperienze contrattuali nell’emergenza e le strategie di gestione dell’emergenza), preceduti da una serie di interventi: dal sociologo Domenico De Masi all’immunologo Francesco Le Foche; dagli avvocati Gianluca Lucchetti e Antonella Panetta al professore Marco Leonardi. Ventotto interventi nei quali è evidenziata la necessità di cogliere l’occasione di recepire il cambiamento del mondo del lavono e gettare le basi (giuridiche e tecnologiche) per il post-pandemia. “E’ palese il bisogno di normalizzare l’esperienza vissuta in fase emergenziale”, scrive Laura Di Raimondo (direttore di Assotelecomunicazioni), magari dando vita a “un nuovo patto intergenerazionale, accellerando il processo di combiamento”; mentre Pier Luigi Celli (ex direttore generale della Rai) sottolinea la necessità di ripensare e adeguare le tutele del lavoro tradizionale alle esigenze del mondo “da remoto”. 


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