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Peste suina, Coldiretti: “Serve un cambio di passo in Europa”

di Angelo Vitale -


La peste suina avanza sul territorio nazionale, inutili gli interventi svolti finora secondo Coldiretti. “Occorre un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina – questo l’allarme – e tutelare un settore che è uno dei fiori all`occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro“. L’associazione chiede un cambio di passo sulla gestione di una presenza di cinghiali ormai fuori controllo che sta facilitando la diffusione della malattie e minaccia gli allevamenti, dopo l`ultimo caso registrato nella Food valley parmense. Proprio la fauna selvatica è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina.

E insidia una filiera come quella suinicola italiana che Coldiretti definisce “una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale, con 5mila allevatori professionali e altri 30mila piccoli allevatori che gestiscono la crescita di 10 milioni di suini, il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma, San Daniele e non solo) e delle altre 20 tipicità Dop dei salumi”.

Eppure, secondo le attuali regole, basta un cinghiale malato rinvenuto a chilometri di distanza da una stalla per far scattare la decisione di abbattere migliaia di maiali perfettamente sani. “Bene ha fatto il ministro Lollobrigida – rileva Coldiretti – a chiedere dunque alla Commissione europea un approccio diverso, che tuteli le imprese e i consumatori. L`unica soluzione per fermare la diffusione della peste suina è, infatti, mettere in campo tutte le azioni possibili per contenere l’invasione di fauna selvatica che ruba reddito e futuro alle imprese agricole”.

Il rischio immediato è che il propagarsi della peste suina faccia scattare le restrizioni all`export, con un danno potenziale da 2,32 miliardi di euro.


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