Attualità

Pfas, la sentenza sarà storica: chiesti 121 anni e 240 milioni

di Ivano Tolettini -


La sentenza storica in Veneto della Corte d’Assise di Vicenza per il maxi-inquinamento da Pfas che coinvolge 350 mila persone nelle province di Vicenza, Padova e Verona potrebbe arrivare anche in serata. È più facile che slitti alla prossima settimana, se non addirittura a giugno, ma non è escluso che la giuria popolare presieduta da Antonella Crea (giudice a latere Chiara Cuzzi), che deve pronunciarsi sulle richieste della Procura che sollecita 121 anni di carcere per 9 dei 15 manager di Mitenti, Mitsubishi e Icig alla sbarra e delle 300 parti civili, con il ministero dell’Ambiente in testa, che chiedono danni per 240 milioni di euro, già in serata possa emettere un verdetto per le ipotesi di disastro ambientale innominato, avvelenamento delle acque, gestione dei rifiuti non autorizzata, inquinamento e bancarotta, perché dopo quasi 140 udienza le idee giuridiche dovrebbero essere abbastanza chiare.

Pfas, operaio morto, sentenza storica: familiari risarciti Inail condannata

IL QUARTO MAGGIOR DISASTRO – Chi non ha dubbi sull’entità del disastro sono le Mamme No Pfas, parte delle quali rappresentate dall’avvocato Matteo Ceruti che ha così sintetizzato il dramma veneto. “È il quarto maggior disastro ambientale che colpisce il Veneto dagli anni Sessanta, dopo il Vajont con 2 mila morti; il Petrolchimico di Porto Marghera con operai morti e laguna contaminata; la centrale termoelettrica di Porto Tolle e, adesso, il disastro ambientale causato da Miteni a partire dagli anni Ottanta, che ha avvelenato la seconda falda idrica più importante d’Europa per 150 chilometri quadrati, avvelenando 1.800 punti di presa che fornivano 100 milioni di metri cubi d’acqua annui”. In base agli studi dell’Università di Padova, che con il prof. Carlo Foresta è in prima fila da anni nello studio del fenomeno e delle ripercussioni sulla popolazione, soprattutto quella giovanile, in trent’anni ha indotto una stima che nei comuni della zona rossa (21 tra A e B) ha causato “4 mila morti non attese”. Si tratta di una “catastrofe addebitabile a una piccola ditta – insiste l’avv. Ceruti – che, in spregio a tutte le regole, ha adottato una strategia criminale con l’unico obiettivo del profitto”. Da ricordare che il “Piano di sorveglianza sulla popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche (Pfas)”, varato nel 2016 dalla Giunta Regionale n. 2133, ha suddiviso le aree contaminate in area di impatto (zona rossa A e B); area riferita alle captazioni autonome ad uso potabile (zona arancione) e area di attenzione (Gialla) e di approfondimento (Verde).
Se i legali degli imputati hanno chiesto, com’è naturale, l’assoluzione dei propri assistiti (manager italiani, tedeschi, olandesi e giappponesi) che si sono alternati alla gestione di Miteni dichiarata fallita nel 2018, i Pm Blattner e Salvadori insistono per l’accoglimento delle loro richieste per il consapevole cvomportamento dei responsabili aziendali che conoscevano la pericolosità dei Pfas fin dal 2005. “Miteni era a conoscenza dell’inquinamento – osservano i pubblici ministeri – tanto che nel 2005 fece costruire una barriera idraulica per contenere l’inquinamento. Del resto, le multinazionali della chimica conoscevano gli effetti tossici dei Pfas da decenni”. Da sette anni la Procura della Repubblica di Vicenza, attualmente guidata da Lino Bruno, è impegnata in un lavoro imponente che non ha precedenti nella storia giudiziaria italiana riguardo a disastri ambientali di queste dimensioni. Se il prof. Foresta sottolinea che i Pfas fanno invecchiare più precocemente, gli avvocati di parte civile Angelo Merlin e Marco Tonellotto ribadiscono che “comportamenti criminali evidenti hanno causato questo disastro ambientali che non ha precedenti nella storia italiana”. Intanto, le associazioni ambientaliste piemontesi per il sito chimico dell’ex Solvay, a Spinetta Marengo di Alessandria, chiedono azioni concrete contro l’inquinamento che desta allarme alla vigilia della 3^ conferenza dei servizi per il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia).


Torna alle notizie in home