Editoriale

Pianeta Terra chiama Schlein

di Adolfo Spezzaferro -


Elly Schlein vive in una realtà parallela, dove il Partito Democratico da lei guidato è un posto bellissimo, con gli unicorni, gli arcobaleni, le fontane che danno vino e i funghi magici. Ma quando il pianeta Terra la richiama alla realpolitik brutta e cattiva, ecco che emerge l’inadeguatezza di una segretaria che ha una serie di problemi seri, a partire da quelli interni al suo partito. E non stiamo parlando della vicenda Ilaria Salis, con una possibile candidatura alle Europee gestita talmente male da stizzire pure il di lei padre – ipotesi che peraltro ha spaccato il Pd – ma dello scandalo del voto di scambio in Puglia. Dopo aver pensato bene a cosa dire, la Schlein alla fine è stata davvero improvvida. Dopo il possibile scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose e il caso del governatore Michele Emiliano e del sindaco Antonio Decaro a casa della sorella del boss Capriati ieri un’altra notizia-bomba ha scosso il Pd: quella degli arresti effettuati dai carabinieri con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata a vario titolo, alla corruzione elettorale, che hanno portato alle dimissioni dell’assessore pugliese ai Trasporti Anita Maurodinoia, il cui marito Sandro Cataldo è tra gli arrestati. Così come il sindaco di Triggiano. Il Nazareno si è affrettato a far sapere che la Maurodinoia si è dimessa anche dal Pd. Con esagerato ritardo poi è arrivata la segretaria: “La vicenda di Triggiano, se le accuse saranno confermate, è gravissima. Voglio chiarire innanzitutto una cosa, la linea del Partito democratico è molto chiara: non accettiamo voti sporchi. Non tolleriamo voti comprati. Chi pensa che la politica sia un taxi per assecondare ambizioni personali senza farsi alcuno scrupolo non può trovare alcuno spazio nel partito che stiamo ricostruendo, qui deve trovare porte chiuse e sigillate. C’è qualcosa che viene prima del consenso ed è il buon senso. Ci siamo presi l’impegno a cambiare il Pd e stiamo lavorando a testa bassa ogni giorno per costruire un’alternativa a questa destra”. Che oratoria politica, quanta enfasi. Peccato che le parole della Schlein arrivano fuori tempo massimo. Se le accuse saranno confermate – 50 euro a voto – il Pd i voti “sporchi” volente o nolente li avrebbe già incassati. Ancora, “su questa linea e sulla legalità non indietreggeremo di un millimetro. A tutti i nostri militanti e amministratori chiedo di essere le nostre antenne sul territorio, di difendere i principi della buona politica, di alzare la guardia e denunciare ogni irregolarità, di aiutarci a tenere lontani gli interessi sbagliati e il malaffare attraverso il loro impegno e la loro partecipazione. Riempite i circoli, fate sentire la vostra voce, facciamolo insieme”, è l’appello della Schlein. Eppure, il sistema clientelare pugliese che vede coinvolti esponenti del Pd, se confermato dalle indagini, è più che consolidato ed esteso a Regione e varie amministrazioni locali. Da anni.
Chi invece ha mangiato la foglia è l’altro leader dell’opposizione, quello più sveglio: Giuseppe Conte. Il presidente del Movimento 5 Stelle infatti fa sapere che sono saltate le primarie di centrosinistra previste il 7 aprile per le elezioni comunali a Bari. Primarie alle quale era prevista per la prima volta la partecipazione di dem e 5 Stelle. “Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie”, ha spiegato Conte, smarcandosi così dallo scandalo dem. Le primarie annullate avrebbero dovuto vedere in campo Vito Leccese, già capo di gabinetto di Decaro e sostenuto da Pd, Azione, Verdi e civiche; e l’avvocato Michele Laforgia appoggiato da M5S, Sinistra italiana, Italia viva e civiche. Altro che campo largo, per la Schlein la Puglia è un campo minato.


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