Cultura & Spettacolo

PIATTORICCO 

di Edoardo Sirignano -


Gennaio è, senza ombra di dubbio, il mese dei funghi con la carne. Ecco perché se sei in Campania e la temperatura è vicina allo zero, una valida alternativa alla classica pizzata con gli amici può essere quella di recarti nel borgo-paesello e cercare quel ristorante, qualitativamente buono, ma allo stesso tempo accogliente e non troppo gourmet. Una idea, in tal senso, può essere il “Trifolaio” a Summonte, a pochi chilometri da Avellino e dallo storico santuario di Montevergine. In quest’osteria, calda d’inverno e fresca d’estate, il 25enne enfant prodige Luigi Iavarone porta avanti la tradizione dei genitori Giuseppe e Patrizia Urciuolo. Il protagonista, senza ombra di dubbio, è sempre sua maestà il tartufo. Sia negli antipasti che sui “taglierini”, non passa mai inosservato. Detto ciò, neanche i porcini locali sono da scartare. In questo luogo, vengono abbinati alle classiche pappardelle, ai paccheri, meglio ancora se con un po’ di salsiccia locale o ai cavatelli, a maggior ragione se ci sono le castagne. Per quanto riguarda i secondi, specialità sono la salsiccia sbriciolata con patate e funghi, il maialino ai marroni, la scamorza di Montella fusa, nonché la mia preferita bistecca di giovenca. Altra specialità, poi, il baccalà alla pertecaregna, unico pesce a cui è concesso stare a 700 metri di altezza, ovviamente insaporito dai peperoni cruschi (croccanti). L’unico piatto che non richiama l’Irpinia è il dolce, ma il tiramisù della casa è più che delizioso.

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