Cultura & Spettacolo

PIATTORICCO: San Valentino a Casa Coppelle

di Edoardo Sirignano -


Dove andiamo a cena per San Valentino? Tra le ragazze è la domanda più frequente dopo Sanremo. A parte il sottoscritto, che considera quel giorno uno come tanti e di cene a lume di candela non ne vuole sapere, diverse sono le alternative nella capitale. Un’opzione di tutto rispetto è certamente Casa Coppelle. Con un menù di 110 euro a persona è possibile rivivere Parigi a pochi passi dal Pantheon. La padrona di casa Rachele Guenot (francese della Lorrraine), d’altronde, è il trait union tra la sua cultura gastronomica e la nostra. Una maggiore eleganza, poi, acquisita grazie al tocco sapiente e discreto di Gabriele Cordaro. Quest’ultimo per la festa degli innamorati presenta un menù di tutto rispetto.

Ad aprire le danze il giorno di San Valentino l’Amouse bouche (Vichissoise e caviale) e un antipasto di capesante fondenti cotte al vapore con funghi e aglio nero. Il primo, invece, è un plin cacio e pepe, topinambur e tartufo. A seguire un intermezzo, cavolo cinese al miso con mirtilli e yogurt e l’insostituibile anatra confit ripiena di mele. Per quanto riguarda i dessert, protagonisti saranno la foresta nera (specialità della casa), il cioccolato con peperoncino e sour di lampone e i petit fours. Più di una valida soluzione, dunque, per chi ama i boutique restaurant che trovano nella cucina fusion la loro principale chiave di lettura. Per quanto mi riguarda, non escludo una sosta a Casa Coppelle entro la fine di marzo. Avverto la mancanza sia dei cappellacci di coniglio alla cacciatora che dei tagliolini alle alghe, frutti di mare, bagna cauda e salsa al nero.


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