Cultura & Spettacolo

Piattoricco

di Edoardo Sirignano -


La Basilicata nel salotto della capitale. Roma non è solo carbonara, amatriciana e vaccinara. Si tratta, piuttosto, dell’epicentro del Paese, dove si incontrano non solo culture, ma anche sapori. Un esempio “Da Luigi”, ristorante situato in piazza Sforza Cesarini, angolo di Corso Vittorio Emanuele, considerato punto di ritrovo per politici, giornalisti e vip. La differenza, però, che qui non c’è sfarzo, ma solo odori e tradizioni di una comunità spesso dimenticata dalle cronache come quella lucana. Sensazione che si può avvertire sin dall’antipasto, dove domina incontrastato il provolone podolico di Picerno, piccolo comune del potentino. Ad accompagnarlo i caserecci di Ruoti, il “treccione” e salumi tipici. Il ritornare alle origini caratterizza anche i primi. Particolarità di questa realtà, nata nel 1934, è appunto la pasta fresca a quattro mani. Specialità sono gli strascinati, una sorta di cavatelli allungati molto simili ai capunti, solo che più larghi e aperti. Questi ultimi si sposano con i classici peperoni cruschi della Basilicata, che poi caratterizzano l’immancabile baccalà. Quest’ultimo, però, può essere cucinato anche con la ciambotta, mix del tipico orto dell’entroterra. Il tutto ovviamente accompagnato dall’aglianico dell’azienda Eubea di Ripacandida. Per concludere i mustaccioli, che non devono essere confusi con quelli campani e ovviamente il fragolino, fatto in casa dalle nonne e simbolo per eccellenza di quei boschi non molto lontani dal mare.


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