Economia

Pichetto al Consiglio Ue: sul tavolo la proroga del price cap del gas

di Angelo Vitale -


Pichetto al Consiglio Ue di Lussemburgo per spingere sulla proroga del price cap del gas, ma non solo. “Sulla riforma del mercato dell’elettricità stiamo andando avanti con il Consiglio Energia. La discussione è aperta rispetto al disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’energia elettrica, che è generata ormai in gran parte da fonti rinnovabili o nucleare. Naturalmente, la speranza è quella di riuscire a trovare entro la giornata un punto di convergenza fra le varie posizioni. Il tentativo è quello di chiudere oggi”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, circa la riunione del Consiglio Energia dell’Ue alla quale sta partecipando.

“Naturalmente – ha continuato Pichetto – c’è una proposta della Commissione, e si sta dibattendo su alcuni punti sui quali non si è ancora trovata la convergenza. Quindi è chiaro che tutti devono fare un passo avanti, o tutti un passo indietro, per riuscire a trovare un punto di equilibrio”.

Il ministro ha riferito di aver anche chiesto di rinnovare il meccanismo del tetto al prezzo (price cap) del gas, che era stato stabilità dall’Ue con un regolamento approvato nel dicembre 2022, valido un anno, e applicato a partire dal 15 febbraio scorso. La Commissione deve decidere se chiedere la proroga del meccanismo entro il prossimo primo novembre.

Sui prezzi del gas, a causa del conflitto tra Hamas e Israele “c’è un’attenzione molto elevata, anche perché abbiamo visto quali sono già state le conseguenze della nuova guerra in Medio Oriente, con un rincaro del gas molto rilevante. E anzi questo è uno dei motivi, il motivo principale – ha indicato Pichetto – per cui io ho chiesto già questa mattina, e ho annunciato che formalmente lo farò questo pomeriggio, che venga rinnovato il price cap, che è un po’ questa clausola di riserva qualora, a fianco di quello che è un aumento del costo della materia prima, dovessero agganciarsi anche operazioni speculative, come rischio ordinario. Quindi noi monitoriamo giorno per giorno e con un po’ di preoccupazione l’evolversi della situazione. Certamente c’è preoccupazione perché c’è la guerra”.

Alla domanda se vi sia già convergenza tra gli Stati membri sulla proroga del price cap, il ministro ha risposto: “Ho cominciato a chiederlo formalmente questa mattina, e devo ancora fare la verifica degli eventuali dissensi Ma sono fiducioso, motivandolo proprio sul fatto che è una clausola di garanzia per tutti: non è solo per l’Italia, è per tutta Europa”, ha puntualizzato.

Durante il dibattito pubblico di stamattina Pichetto al Consiglio Ue ha sottolineato che quella del mercato elettrico è “una riforma molto importante, di cui l’Italia ha evidenziato l’urgenza già da prima della crisi ucraina, e per cui il mandato del Consiglio europeo di marzo è chiaro. Tale urgenza non è diminuita negli ultimi mesi. E’ un’emergenza – ha aggiunto – che dobbiamo affrontare con tutti gli strumenti”.

“Nell’immediato – ha osservato il ministro – il price cap è stato molto importante sul piano dei prezzi, e anche per questo, di fronte alle nuove tensioni, oggi chiederò il rinnovo del meccanismo per tutelare i nostri cittadini”.

“Ma ovviamente – ha rilevato Pichetto – la soluzione di lungo termine ci impone di rivedere le attuali regole per raggiungere, in modo efficiente per i consumatori e sicuro per il sistema, gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione. Raggiungere tali obiettivi in modo efficiente restituirà anche competitività al nostro sistema produttivo. E’ fondamentale quindi trovare oggi un accordo”.

Il ministro ha poi indicato gli elementi voluti dall’Italia: innanzitutto, “il rafforzamento degli strumenti di lungo termine, Contratti per Differenza e Ppa (‘Power Purchase Agreements’, ndr), per fornire gli adeguati segnali di prezzo per lo sviluppo di nuovi impianti, rinnovabili e nucleari. Questo promuove anche il desiderato ‘disaccoppiamento’ di tali tecnologie inframarginali dal prezzo del gas naturale”.

In secondo luogo, ha continuato Pichetto, “il focus sugli strumenti dedicati allo sviluppo della necessaria capacità flessibile, quale quella di accumulo di grandi dimensioni”.

E infine “il riconoscimento del ruolo strutturale dei ‘meccanismi di capacità’ per l’adeguatezza, per cui ribadiamo la necessità di una semplificazione delle procedure di aggiornamento”.

I Contratti per differenza sono contratti di lungo termine tra un fornitore e un ente statale, che fissano un prezzo di esercizio, o ‘strike price’; quando il prezzo dell’elettricità all’ingrosso è inferiore allo ‘strike price’, lo Stato rimborsa la differenza al fornitore; quando è superiore è il fornitore che restituisce la differenza allo Stato. I contratti Ppa riguardano invece la fornitura di elettricità a lungo termine, con prezzo fisso pre-negoziato.

Il nodo principale su cui si sta discutendo è quello della possibilità, richiesta dalla Francia, di estendere la possibilità di usare i ‘Contratti per differenza’ , pensati originariamente per favorire e stimolare gli investimenti nelle rinnovabili, anche al nucleare, e non solo ai nuovi impianti, ma anche ai vecchi reattori per i quali verrà estesa la durata di vita oltre la scadenza inizialmente prevista (in Francia si tratta di 56 vecchi impianti).

Germania, Austria, Lussemburgo, Belgio, Spagna e anche l’Italia si sono opposte a questo tentativo, che equivarrebbe a una generalizzazione degli aiuti di Stato per le forniture di energia a tutta l’industria francese, con uno svantaggio competitivo per le imprese degli altri paesi. Inoltre, non c’è accordo sul modo in cui verrebbero utilizzati gli extra profitti dovuti ai contratti per differenza, sui quali la Francia vorrebbe mano libera, mentre la Commissione e altri Stati membri vorrebbero porre condizioni precise (ad esempio l’uso per le famiglie o le piccole imprese più vulnerabili).


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