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Pierina Paganelli, braccio di ferro nel processo a Louis Dassilva

Rimandata al 20 ottobre l'udienza dopo la presentazione delle eccezioni della difesa dell'unico imputato

di Rita Cavallaro -


Braccio di ferro nel processo a Louis Dassilva. Ieri la difesa dell’unico imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre 2023 nel garage di via del Ciclamino a Rimini, ha messo in chiaro la strategia fin dalla prima udienza in Corte d’Assise: smontare la testimonianza, cristallizzata nell’incidente probatorio, di Manuela Bianchi, nuora di Pierina e amante del 35enne senegalese.

Contro Dassilva a processo la testimonianza di Manuela Bianchi

La Bianchi, indagata per favoreggiamento, dopo aver mentito e cambiato più volte versione su quella mattina del 4 ottobre 2023 quando ritrovò il corpo senza vita della suocera 78enne, ha puntato il dito contro Dassilva, indicando nell’ex amante l’uomo che l’aveva avvertita della presenza del cadavere nel garage. E la sua testimonianza è diventata l’unica prova contro Louis, finito in un processo indiziario i cui elementi di colpevolezza appaiono insufficienti per accertare che sia lui l’assassino di Pierina.

Sul corpo dell’anziana, aggredita con numerose coltellate non è stato trovato il Dna del senegalese, così come è caduto, grazie a una perizia disposta dal gip Vinicio Cantarini, l’indizio della Cam3, la telecamera che aveva ripreso un soggetto passare davanti alla farmacia quella sera del delitto. Quell’uomo non era Louis, il cui alibi, però, non è considerato solido, visto che la moglie Valeria Bartolucci, riferendo di averlo visto sul divano prima di addormentarsi all’ora in cui è stata uccisa la Paganelli, messa davanti ai tabulati telefonici non ricorda di aver mandato due messaggi con il cellulare.

Insomma, per il pm Daniele Paci, Valeria non è attendibile, mentre la Bianchi, le cui precedenti menzogne sono messe agli atti e le contraddizioni ancora oggi sono evidenti, è stata rivestita del ruolo di testimone principale dell’accusa. Tanto che il suo lungo racconto di quella mattina del ritrovamento, delineato in tre giorni d’udienza, è stato cristallizzato in un incidente probatorio che ora è diventato il punto critico di Dassilva. Ed è principalmente questa prova che la difesa di Louis intende demolire, visto che pure il movente, ovvero il timore che Pierina scoprisse la relazione con Manuela e la rivelasse a Valeria, scricchiola.

Caso Paganelli, presentate quattro questioni preliminari

Al punto che ieri, davanti alla Corte d’Assise di Rimini, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, legali dell’imputato, hanno presentato quattro questioni preliminari, già illustrate e rigettate nei mesi scorsi. Tra queste, appunto, la richiesta di nullità dell’incidente probatorio della Bianchi, avvenuto il 24 marzo scorso nel contraddittorio tra le parti davanti al gip Cantarini. L’elemento fondamentale su cui i due penalisti puntano tutto non è di poco conto: l’accusa non avrebbe messo a disposizione della difesa la videoregistrazione dell’interrogatorio.

Un verbale in cui, tra l’altro, sono numerosi i punti sui quali intende dare battaglia la difesa di Dassilva, soprattutto la circostanza che riguarda i dettagli forniti dalla Bianchi nella prima telefonata al 112 della mattina del 4 ottobre, quando parlando con l’operatore delinea uno scenario di una signora, senza dire inizialmente che si tratta della suocera, caduta perché aveva in mano dei barattoli ma forse aggredita a causa della gonna tagliata nelle parti intime.

Ebbene resta ancora oggi il mistero di come Manuela potesse sapere che Pierina aveva in mano dei barattoli, visto che nel momento del rinvenimento del corpo, che lei sostiene essergli stato indicato da Louis, la nuora era rimasta sulla porta tagliafuoco, senza andare oltre al punto da poter vedere i contenitori di vetro, né riconoscere nel buio la suocera. Le altre tre questioni poste dalla difesa attengono all’indeterminatezza del capo di imputazione relativo alle aggravanti della crudeltà e della premeditazione e alla richiesta di nullità del decreto che chiedeva il rinvio a giudizio, perché di fatto alla difesa non erano state messe a disposizione intercettazioni per loro considerate fondamentali. L’ultima questione, infine, riguarda l’inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali del 4 ottobre, richieste d’urgenza dal pm e poi autorizzate dal gip durante le indagini preliminari.

La Corte si è riservata di decidere sulle eccezioni e si esprimerà nella prossima udienza, rinviata al 20 ottobre, in cui scioglierà anche la riserva sulla lunga lista di testimoni presentati dalle parti: 145 per Louis e 124 per l’accusa.


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