Cultura & Spettacolo

Pietrasanta da gustare: in arte tra grandi e piccole gallerie

di Nicola Santini -


Pietrasanta. Chi ci mette piede per la prima volta si domanda se somigli più ad un quartiere di Roma o uno di Parigi, se Lucca o Firenze abbiano lasciato qualche spora o se ogni artista, artigiano, scalpellino, abbia deciso di plasmarne a turno un angolo, incorniciandola tra il verde e la pietra di Toscana, con l’aria che, a seconda di come tira il vento, sa di mare o di monte e che di certo sa d’arte. Eppure la chiamano “la piccola Atene”, forse per la quantità di busti, sculture, bozzetti che ne adornano ogni dove. Ma è chi l’ha battezzata Pietrasanta che ha azzeccato in pieno.

Perché qui, in questa città della Versilia la pietra non è solo materia prima: è il pane quotidiano, anche per chi la calpesta soltanto. Il centro storico è fatto di tre strade e tre piazze. Si gira a piedi, le macchine non passano. Eppure la concentrazione di gallerie e spazi d’arte pro capite è talmente densa da non invidiare neanche per un momento le grandi capitali del globo. Ed è qui che i grandi artisti, i grandi laboratori, le fonderie e le gallerie convivono gli uni ad un passo dalle altre. Se esiste l’arte a km 0 se la sono inventata qui.
L’arte chiama bella gente, belle case, bei posti dove sedersi a sorseggiare un bicchiere di vino e alberghi di charme dove poggiare la valigia sul letto.
Se dovessi dare un volto a Pietrasanta non potrei che pensare a Susanna Orlando, titolare di due gallerie del centro (in foto) che portano il suo nome, nonché portavoce dell’Angamc (Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna). Nata a Firenze a due passi dal corridoio vasariano, inaugura la sua prima a Galleria a Forte dei Marmi nel 76 dove rimane ben salda fino al 2013, quando approda attratta dal fascino artistico indiscusso, a Pietrasanta dove viveva già dal 1990. Qui trova i colleghi Barbara Paci, Paola Raffo, Marco Rossi, Brad Bruebacker, i Poggiali, Eduardo Secci, Deodato, e con grande entusiasmo continua il suo viaggio nella presentazione di artisti in questo straordinario paese.


L’arte della buona tavola non è da meno e gli indirizzi da gustare rendono le lente e colte giornate pietrasantine assai golose. A partire da L’Enoteca Marcucci, tempio delle etichette più prestigiose di vini e champagne, con una cucina che miscela territorialità ed estetica contemporanea in un luogo magico che nutre l’occhio, mentre le papille gustative si deliziano di quel che offre la carta, sempre aggiornata agli umori e alle stagioni in corso. Michele Marcucci è una sorta di mangiafuoco del corso: lo conoscono tutti, lo adorano tutti, tutti si fermano ai suoi tavoli. Filippo, che oltre a Pietrasanta fa base anche nella vicina Forte dei Marmi, nella sua osteria contemporanea gioca da equilibrista tra cucina storica versiliaese e contemporaneità in perfetta armonia con lo spirito del luogo.
Libero, accanto alla Orlando interpreta i ricettari della terra toscana a meraviglia, allegro e ruvido come biglietto da visita, è anche fotografo. Perché l’arte qua è il pane quotidiano.


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