Confcommercio cala le prospettive per il Pil italiano, l’Ufficio studi dell’ente confederale è poco ottimista rispetto alla crescita dell’economia nazionale. O, almeno, è molto meno ottimista di quanto lo fosse soltanto qualche mese fa. Gli analisti di Confcommercio hanno compresso la speranza di crescita del Pil italiano, per quest’anno, a 0,8 per cento. Si partiva da un dato, molto più lusinghiero, che profetizzava una crescita addirittura superiore a un punto intero: +1,2 per cento. La variazione congiunturale del trimestre è stata “ai limiti della recessione” e la grande paura è che la situazione possa riverberarsi, con effetti depressivi, sulla finanza pubblica e sui conti dello Stato. Un po’ meglio andrà l’anno venturo. Ma c’è poco da stappare i magnum di champagne. Il trend (o la speranza?) è che il Pil, nel 2024, crescerà dell’1 per cento. Le stime precedenti fissavano l’asticella a 1,3 punti percentuali.
Per il presidente Confcommercio Carlo Sangalli c’è da iniziare a porsi qualche problema. Perché, come ha spiegato in una nota a commento dei numeri diffusi dall’Ufficio Studi sul Pil: “L’economia italiana quest`anno è cresciuta più di altri Paesi europei, ma oggi preoccupa il suo rallentamento. Occupazione e produzione mostrano, infatti, segni di fragilità”. Ma non è tutto. Perché secondo Carlo Sangalli occorre uno slancio, che deve partire da Palazzo Chigi: “All’Italia serve un’operazione fiducia attraverso la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime confermando, anche per il 2024, la riduzione del cuneo fiscale. Sarebbe una boccata di ossigeno in grado di rimettere in moto i consumi e la nostra economia”.