Economia

Pil bloccato: per Confcommercio un 2024 segnato da incertezze, preoccupazioni e interrogativi

di Angelo Vitale -


Pil sostanzialmente fermo, nullo a dicembre, ma segnali di miglioramento dei consumi a novembre, mentre i settori di alimentari, abbigliamento e mobili sono ancora in difficoltà. E continua il rientro dell’inflazione (a dicembre 0,6% su base annua). Lo indica la Congiuntura di Confcommercio.

Per il prodotto interno lordo del mese in corso si prevede una variazione nulla in termini congiunturali e dello 0,6% nel confronto annuo. Il quarto trimestre si chiuderebbe, pertanto, con una crescita dello 0,4% congiunturale, prevalentemente frutto dell’eredità del trimestre precedente, e dello 0,7% tendenziale. Questa stima comporterebbe la conferma della crescita per l’intero anno 2023 allo 0,8%, in linea con le indicazioni della Nadef. “Il 2023 – rileva Confcommercio – si chiude all’insegna del rallentamento generalizzato, ma non mancano preziosi spunti di vitalità economica, seppure deboli e incerti. In questo senso vanno letti sia il recupero delle vendite reali in ottobre sia la crescita della fiducia delle famiglie a novembre”.

D’altra parte, prosegue Confcommercio, l’occupazione tiene egregiamente e al di là delle più favorevoli aspettative. Nei mesi di agosto e settembre le presenze turistiche hanno fatto registrare il massimo di sempre, costituendo un eredità che, trasmessa all’attività economica dell’ultimo quarto dell’anno, ne sostiene la variazione tendenziale. Infine, la black week di fine novembre testimonia una certa vivacità della propensione al consumo e le stime sul volume di potenziali spese nel mese di dicembre fanno sperare in una chiusura d’anno favorita, ancora una volta, dalla tenuta dei consumi.

Archiviando un 2023 avaro di “numeri”, le stime per il 2024 sono tutte all’insegna di interrogativi, incertezze, preoccupazioni. L’anno che sta per chiudersi lascia sia in positivo (inflazione) sia in negativo (crescita) scarse eredità statistiche: tutto dovrà essere costruito durante il prossimo anno, afferma Confcommercio. Certamente il permanere dei prezzi su dinamiche particolarmente contenute migliorerà potere d’acquisto e fiducia delle famiglie, consentendone atteggiamenti più favorevoli verso i consumi. Allo stesso tempo, la concreta possibilità di una politica monetaria meno restrittiva rappresenterebbe un positivo contributo alle decisioni d’investimento delle imprese. All’opposto, non vanno trascurati i possibili impatti negativi derivanti dall’incerto quadro internazionale che potrebbe avere ripercussioni sulla domanda proveniente dall’estero e generare turbolenze sui mercati delle materie prime.


Torna alle notizie in home