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Pillole di Politica

di Redazione -

Il Plenum straordinario del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) presso Palazzo dei Marescialli, Roma, 04 giugno 2019. ANSA/ANGELO CARCONI


Salvini un “mago”: 

carta vince… carta perde

La mamma dei cretini è sempre incinta, recita un proverbio che aggiunge: e spesso fa parti gemellari. Con ogni probabilità sono quelli che fanno crescere nei sondaggi il segretario della Lega e che si “bevono” tutto quello che dice: di buono e di meno buono.

Un esempio? Il 30 aprile – alle 9.19 – Salvini avverte, in una dichiarazione a Radio Capital, che “ci sono 30 milioni di cartelle esattoriali che rischiano di partire. Stiamo lavorando per rinviarne la partenza”. Bene! Di questo giustamente si deve occupare un rappresentante del popolo, se sa che il Governo se ne frega, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale. Solo che, la stessa mattina, Il Messaggero a tutta pagina già titolava su due righe: “Cartelle, ecco la proroga. Un mese in più per tutti”. Ora, o Salvini non legge il giornale romano, e non è credibile, oppure i suoi tre ministri non lo informano. E questa ipotesi, tenendo conto della situazione interna alla Lega, non è da escludersi.

Resta un’altra possibilità, tipica del gioco delle tre carte: che il “Furbacchione”  volesse intestarsi una misura già decisa dal Governo.

Salvini “a scuola” da Draghi

Non è un mistero che Matteo Salvini muoia dalla voglia di sedersi sulla poltrona di Palazzo Chigi, per ora occupata da Draghi. Ci puntava già nell’agosto del 2019 quando, al massimo della popolarità per aver difeso i sacri confini della patria dallo sbarco di qualche centinaio di migranti, mandò all’aria il governo con i Grillini.

Il traguardo oggi, con i sondaggi scesi dal 38 al 22 per cento, è più difficile. Anche perché il PD di Letta sta risalendo e la Meloni gli sta soffiando la leadership della Destra. Ma Salvini non demorde e in attesa che si liberi il posto  s’ingegna a “copiare” l’attuale Presidente del Consiglio. E, come Draghi ha respinto gli attacchi al ministro Speranza con un secco “lo stimo”, allo stesso modo il segretario della Lega ha fatto muro sul fedelissimo Claudio Durigon per uno “scivolone” (?) su un’inchiesta che riguarda il Carroccio. Salvini lo ha difeso con la stessa frase: “lo stimo”! Solo che tutti e due sono dello stesso Partito e Salvini, bontà sua, non è Draghi.

Sul coprifuoco 

Salvini si legga 

le cronache di altri Paesi

Il Governo a suo tempo, senza la necessità di essere “inzufolato” da Salvini, aveva già deciso intorno alla metà di maggio un check sulle possibili riaperture ma il segretario della Lega ha continuato a battere su questo tasto, quasi a prendersene il merito, chiedendo uno slittamento alle 23. E come escludere che, subito dopo promuoverà una raccolta di firme per le 24?  Ma il coprifuoco non è una misura esclusiva dell’Italia e riguarda l’80% dei cittadini europei. In Francia addirittura il divieto di circolazione parte alle 19 e solo da questo mese scatterà alle 21. Come nei Lander in Germania dove i contagi sono ancora numerosi. E sono la maggioranza! In Austria e in Irlanda l’inizio del coprifuoco è stato fissato per le 20. Mentre solo Spagna e Ungheria partono dalle 23. A dimostrazione che l’alleggerimento delle misure è la conseguenza  dei sacrifici che i cittadini stanno facendo in tutta Europa per far scendere la curva dei contagi  e non la conquista di questo o di quel partito.

PdA


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