Esteri

PIOGGIA DI BOMBE SU KIEV

di Ernesto Ferrante -


Il ministero della Difesa russo ha rivendicato di aver colpito un deposito di “armi e attrezzature militari di fabbricazione straniera” nei raid con missili ad alta precisione condotti la notte scorsa in Ucraina. Secondo Mosca, “come risultato degli attacchi, sono state distrutte importanti scorte di armi e munizioni delle Forze armate ucraine ed è stata bloccata l’avanzata delle riserve verso le zone di conflitto. L’obiettivo è stato raggiunto. Tutti gli obiettivi sono stati colpiti”.
Pioggia di bombe russe su Kiev con azioni “senza precedenti per potenza, intensità e varietà”, ha scritto su Telegram l’Amministrazione regionale della città.
“Questa volta l’attacco è stato effettuato da bombardieri strategici Tu-95MS e Tu-160 della regione del Caspio, probabilmente con missili da crociera del tipo X-101/555. Dopo aver lanciato i razzi, il nemico ha schierato i suoi UAV da ricognizione sulla capitale”, ha aggiunto il KMBA.
A Bakhmut, mentre la compagnia Wagner avanza al centro, l’esercito ucraino con la tattica di offensive in gruppi numericamente ridotti, è riuscito a “strappare” ai russi piccoli pezzi di territorio a nord ed a sud. Yevgeni Prigozhin ha puntato ancora una volta il dito contro i vertici militari del suo Paese, accusandoli di aver ceduto terreno al nemico ed impartito alle proprie truppe l’ordine di ritirarsi lasciando così esposte alcune postazioni dei suoi uomini.
“Movimenti” sul fronte diplomatico. Una delegazione di paesi africani si recherà in Russia per discutere un piano di pace. Ne ha dato conferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolineando che il viaggio avverrà prima del vertice Russia-Africa convocato alla fine di luglio, dopo il via libera di Putin e Zelensky.
La Cina vuole “ripristinare la pace” fra le parti belligeranti. E’ questa l’intenzione di Pechino espressa dall’inviato speciale Li Hui nel suo incontro con il Presidente ucraino Volodymir Zelensky. Il Dragone mira a “promuovere la costruzione di un consenso nella comunità internazionale sulla base del documento in 12 punti presentato in precedenza”.
Lukashenko si è scagliato contro le autorità ucraine. “Invece che accusarci di volere il confronto, l’estensione del conflitto, l’Ucraina farebbe meglio a tornare a negoziare e iniziare a lavorare ad un nuovo documento. La guerra deve essere fermata”, ha affermato il presidente bielorusso nel suo intervento al Consiglio dell’Assemblea parlamentare della Csto a Minsk.
Il Presidente della Bielorussia ha sostenuto che la Russia fosse pronta a firmare un accordo all’inizio del 2022, poco dopo l’inizio dell’operazione militare speciale, nel corso dei negoziati in Bielorussia e poi in Turchia.

I deputati russi, ha continuato, citato dall’agenzia Belta, erano “direttamente coinvolti in questo processo, sin dall’inizio. Abbiamo proposto negoziati. Di discutere della fine alla guerra. Abbiamo ospitato tre round di colloqui. Poi Zelensky ha deciso che voleva spostare i colloqui in Turchia. Nessun problema. Che Turchia sia. Hanno proposto una bozza di accordo. Se la Russia lo leggesse ora, impazzirebbe. Era del tutto svantaggioso per Mosca, ma allora era pronta a firmarlo. Ho il testo sulla mia scrivania. Ma appena la Russia ha accettato l’accordo, lo hanno gettato nella spazzatura, anche se la gente non lo sa”.

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