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Piombino e la guerra del gas Il governo: “Risolti i problemi” Il sindaco: “Non è ancora finita”

di Eleonora Ciaffoloni -

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Tanto voluto quanto contestato, il rigassificatore di Piombino ora è realtà. O meglio, la nave rigassificatrice “Golar Tundra” acquistata da Snam e partita da Singapore lo scorso 21 febbraio, è arrivata domenica notte al porto di Piombino dove rimarrà – almeno da accordi attuali – per i prossimi tre anni. Quello dell’avvio del rigassificatore è un passo importante per il porto toscano ma anche per tutto il Paese anche se, nelle ultime settimane – ma già dall’acquisto da parte di Snam dello scorso giugno – è stato oggetto di polemiche e di un dibattito tra favorevoli e contrari. Nonostante le proteste dei cittadini di Piombino – che domenica e nelle scorse settimane si sono riuniti in diverse manifestazioni a difesa del territorio e contro la messa in funzione del rigassificatore – la Golar Tundra con i suoi 300 metri di lunghezza è pronta per essere attivata. Gli oppositori contestano la nave per i rischi per la salute e la sicurezza di coloro che viaggiano tra il porto della città e l’Isola d’Elba, ma anche per la paura di un rallentamento degli sviluppi della transizione verde e delle energie rinnovabili in Italia. Ma il sito di Piombino non è stato una scelta casuale: non solo si trova in una posizione strategica che facilita lo spostamento di gas nel nord altamente industrializzato dell’Italia, ma anche per le caratteristiche della costa e del fondale, essenziali per la buona riuscita delle attività. A queste, mancano pochi passaggi, dicono le previsioni di Snam: nelle prossime settimane gli operatori della società lavoreranno per il collegamento degli allacci con il metanodotto terreno per entrare “entro la metà di maggio in servizio commerciale”. A dettare i tempi è Massimo Derchi, managing director di Snam Rete Gas, insieme a Elio Ruggeri, Ad di Snam Frsu Italia, che ha annunciato in conferenza stampa che “il primo carico per fare i test arriverà a fine aprile”.
TRE ANNI DI GAS
Con l’inizio delle attività nel mese di maggio, la Golar Tundra fornirà cinque miliardi di metri cubi all’anno di gas liquido utilizzabile direttamente per il consumo. Una capacità di trasformazione che può permettere all’Italia una maggiore indipendenza rispetto ai Paesi fornitori di gas – come la Russia – con i gasdotti via terra. Un modo – insieme agli accordi con i paesi africani per l’acquisto di gas – per il nostra Paese per raggiungere l’indipendenza energetica proprio dalla Russia. Su questa linea, difatti, un altro rigassificatore (una nave gemella) sarà installato anche a Ravenna, con una capacità di 13 miliardi di metri cubi ogni anno – e senza particolari polemiche. Un’operazione, quella di Piombino, che avrà una durata di tre anni a seguito dei quali alla Golar Tundra sarà trovata una sistemazione off-shore nell’alto Tirreno o nell’alto Adriatico. Ancora, tuttavia, non è ancora deciso il destino della nave, a cui Snam dovrà dare però una risposta entro il prossimo 26 giugno – e non più entro il 24 marzo – in virtù della concessione di una proroga di cento giorni. Tre anni di attività a cui plaude il governatore della Toscana Eugenio Giani che a seguito dell’attracco della nave ha dichiarato: “L’Italia deve dire grazie a Piombino e alla Toscana. Dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il gas e questa opera contribuirà in modo determinante”. Una fornitura che garantisce non solo indipendenza, ma anche “minori bollette per i cittadini e per le imprese”. Entusiasmi che dal territorio si allargano fino alle istituzioni: “Con l’arrivo della nave rigassificatore Golar Tundra è stato rispettato il cronoprogramma per consentire al nostro Paese di liberarsi del tutto, entro quest’anno, dalla dipendenza del gas russo” ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Un obiettivo segnato e ripetuto che vuole essere rispettato, ma soprattutto che vuole essere definitivo, perché, a detta del ministro “Quando arriverà l’altra nave a Ravenna azzereremo del tutto la dipendenza” anche “grazie agli accordi fatti con l’Algeria” e quelli del “raddoppio del Tap dall’Azerbaigian” e dalla riapertura “dello storico gasdotto dalla Libia” e dal gas “che potrà arrivare dal Mediterraneo orientale”.
DIATRIBE E RICORSI
A opporsi, di fronte all’entusiasmo di molti, c’è il primo cittadino di Piombino Francesco Ferrari, che anche a seguito dell’attracco non si dà per vinto e continua ad attaccare la decisione sul rigassificatore, dichiarando che nonostante l’arrivo della nave non è “stata messa la parola fine alle speranze di rilancio di Piombino”. E, allo stesso tempo ricordando ai suoi cittadini che “la questione è tutt’altro che risolta” perché c’è ancora un ricorso pendente al Tar e “checché ne dica il Presidente della Regione Giani, se il tribunale deciderà di accoglierlo, la Golar Tundra dovrà disormeggiare e andarsene dalla nostra città”. Tuttavia, con il ricorso al Tar, il sindaco Ferrari potrà avere la risposta che attende solo il prossimo 5 luglio, quando ormai le attività della Golar Tundra saranno partite. Una contestazione che punta però il dito soprattutto sul governatore Giani, additato per la sudditanza nella collaborazione con Snam e per i “festeggiamenti” e “la passerella” nonostante la mancanza di autorizzazioni e il parere definitivo del Comitato tecnico regionale.

I due sembrano aver imboccato strade diametralmente opposte: e mentre Ferrari cerca di rincorrere quanto fatto da Giani – e quanto sta accadendo a Piombino – il governatore apre a un confronto con le autorità anche se non sembra intenzionato a un faccia a faccia con il sindaco: “Mi cercherà lui”. Per ora, la via del governatore sembra quella vincente.

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