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Più click che voti i big sul web. Volano Italexit, Lega e Meloni

Con la campagna elettorale i leader dei partiti investono sui social, ma scrivere tanti post non equivale ad avere tante interazioni con i follower. A ciascuno il suo social: Conte sbanca su TikTok, Letta guadagna follower su Twitter.

di Domenico Giordano -


Al centrodestra il maggior numero di interazioni con gli utenti dei social più popolari. Calenda quello che scrive di più, Renzi “investe” più quattrini e Letta aumenta i follower.

I bookmaker anglosassoni ancora non hanno iniziato a quotare, ma lo faranno di certo tra qualche giorno, le probabilità di successo dei nostri leader in vista delle elezioni politiche, forse perché non sono ancora del tutto chiari e definiti i confini delle singole coalizioni che si sfideranno il prossimo 25 settembre.

Intanto, però, questa campagna elettorale corta e destagionalizzata, per dirla con un termine caro al marketing turistico, è già iniziata con l’affanno dei partiti nel dover raggiungere, a mare o in montagna, i tanti italiani già in vacanza o con le valigie pronte a partire. C’è chi come Fratelli d’Italia ha scelto di peregrinare le spiagge e le sagre di mezza Italia e chi invece, a dire il vero quasi tutti seppur in modo diverso, sta puntando decisamente sulla viralità e pervasività delle piattaforme social per cercare di recuperare l’attenzione dei cittadini.

Consultando la libreria inserzioni di Meta, marchio ombrello della galassia social di Mark Zuckerberg, è possibile verificare quanto i leader e i partiti hanno speso su Facebook e Instagram negli ultimi sette giorni, dal 17 luglio al 23 luglio, per rendere visibili i loro contenuti.

Così se da un lato, i leader sono per il momento ancora alquanto parsimoniosi, fatta eccezione per Matteo Salvini che ha investito in questo periodo 350 euro per sponsorizzare un post su Instagram che evidenzia la differenzia nel totale degli sbarchi tra la sua gestione e quella dell’attuale titolare del Viminale, i partiti invece hanno già pianificato dei budget interessanti. Infatti, con la crisi del governo Draghi e lo scioglimento anticipato delle Camere, i primi tre partiti che hanno immediatamente spinto sull’acceleratore delle sponsorizzazioni sono stati Italia Viva, con una spesa di 2.438 euro, seguita dal Partito Democratico con 1.755 euro e infine la Lega con un investimento di 1.050 euro complessivi.

Alle spalle di questo terzetto di testa, troviamo invece Gianluigi Paragone, che sponsorizza direttamente dalla sua pagina e non da quella del suo movimento ItalExit, e Fratelli d’Italia con dei plafond di spesa però più contenuti, rispettivamente di 554 e 140 euro. Tutti gli altri partiti, almeno se ci fermiamo a osservare l’ultima settimana, non hanno investito un solo euro.

È chiaro che le sponsorizzazioni aiutano a rendere visibile alla eterogenea platea di social un post, in particolare come nel caso dei partiti c’è una bassa propensione a seguirne i contenuti, a differenza di quanto avviene con i leader, che sono oggi delle autentiche social celebrity con una consistente “influenza” sulle discussioni digitali. A tal proposito, è interessante monitorare quanto dal giorno successivo alle prime dimissioni presentate da Draghi a Mattarella i leader politici sono stati attivi sui loro canali social. In particolare, prendiamo tre diversi parametri di misurazione: il numero di reaction, quello dei post pubblicati e la crescita di follower. Nel primo caso, le reaction che mettono sotto lo stesso tetto like, commenti e condivisioni, è palese il dominio su Facebook di Gianluigi Paragone, con un totale di 1.538.825, poi subito dietro Giorgia Meloni che ne incassa 1.172.110 e di poco sotto al milione troviamo Matteo Salvini con 922.193 reaction complessive.
A distanza, da questi tre moschettieri dei social ma con numeri comunque significativi e sempre su Facebook, troviamo Giuseppe Conte con 480.799 reaction, poi Carlo Calenda con 273.345 e, infine, Matteo Renzi, che sta lentamente recuperando audience, che si porta a casa 226.752 reaction.

Nella classifica invece dei post pubblicati, dal 14 al 25 luglio, c’è una prevalenza assoluta del leader di Azione, Carlo Calenda, che su Twitter che pubblicato ben 224 contenuti con una media giornaliera di 19 tweet. È opportuno notare in questo secondo recinto di dati social un aspetto abbastanza curioso che riguarda sempre Twitter e che vale la pena di sottolineare: in assoluto Enrico Letta ha pubblicato più tweet di Giorgia Meloni, regina delle reaction, ovvero il primo ha ne ha postato 61 e la seconda “solo” 49. Quanto questa prolificità di contenuti e di reaction abbia spinto gli utenti a trasformarsi da osservatori distratti a follower convinti dei leader lo possiamo comprendere andando a censire il saldo del periodo dei fandom, cioè di come è variato il numero assoluto di nuovi follower, a prescindere dalla piattaforma.

Il leader che ha fatto registrare la crescita maggior di follower è il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che negli ultimi dieci giorni su TikTok, piattaforma che gradualmente sta diventando sempre più irrinunciabile per la politica dopo la diffidenza inziale, ha ottenuto un incremento di 19.100 follower. Sul secondo e terzo gradino del podio troviamo la coppia Giorgia Meloni e Carlo Calenda, questa volta su Twitter, che incassano rispettivamente 6.925 e 6.205 nuovi follower. Con una lieve differenza, ma ancora su Twitter, che si dimostra una piattaforma “pensante”, crescono i follower anche per il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, con un incremento assoluto di 5.377.


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