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Cultura & Spettacolo

Plotino, il cosmo e il Teatro

di Michele Enrico Montesano -


Nell’Enneade terza, il trattato sulla provvidenza del filosofo Plotino, al capitolo 16 leggiamo una sferzante serie di domande. Sette in tutto, incentrate sul tema dell’apparente inconciliabilità tra il principio buono dell’universo e la natura malvagia del mondo. Occorre precisare che per Plotino la provvidenza è l’ordine razionale del cosmo.  

“Se tutte le cose sono ben fatte, come potrebbero gli uomini, agendo, incorrere nell’ingiustizia o nell’errore? Se poi essi non errano né commettono ingiustizia, come mai sono infelici?” Per rispondere a questi interrogativi, il filosofo di Licopoli ricorre all’arte.

L’arte come chiave per comprendere la provvidenza

Paragona gli uomini che si pongono questi assurdi quesiti, che accusano di malvagità l’artefice dell’universo, agli attori di un dramma teatrale che insultano in scena l’autore dell’opera: “sarebbe come se un poeta creasse nei suoi drammi un personaggio che oltraggiasse l’autore e inveisse contro di lui“. Nel testo greco c’è proprio il termine “attore” (ὑποκριτής, ypocrites).̀ Originariamente significava “colui che risponde” ma già ai tempi di Plotino il termine indicava l’attore.

L’attore e il poeta cosmico secondo Plotino

Questa è una sottigliezza del filosofo greco che utilizza ypocrites̀ e non personaggio. L’attore infatti è una realtà che esiste anche prima e dopo il dramma, mentre il personaggio si esaurisce nella funzione drammatica. È colui che può essere giudicato e prima del dramma è scelto sulla base di sue specifiche caratteristiche, analogamente all’essere umano che sceglie liberamente come comportarsi e verrà giudicato sulla base delle sue azioni e dei suoi comportamenti. Con questo parallelismo tra l’attore e l’essere umano, Plotino implicitamente afferma che l’uomo non può dubitare sull’ordine – benevolo – dell’universo creato dal ποιητής κοσμικός (poietès kosmikòs) ossia il poeta cosmico. Egli esclude che l’universo sia muova a caso: “l’attività della vita è dunque artistica, paragonabile al movimento di chi danza – il danzatore stesso, infatti, è simile alla vita artistica così intesa; nel senso che è l’arte a muoverlo e a muoverlo artisticamente – dal momento che la vita stessa è in qualche modo artistica”.

Conflitto e armonia nell’universo di Plotino

Il lògos, la ragione del cosmo e il principio ordinatore che governa l’universo, accoglie in sé una molteplicità tale da generare conflitti: “Pur essendo divenuto (il lògos) nemico a se stesso nelle parti, è tuttavia uno e armonico come potrebbe essere unitaria la trama di un dramma che ha in sé molti contrasti.” Plotino paragona l’universo a un’opera teatrale dove i conflitti dei personaggi non distruggono l’insieme ma lo rafforzano. Un’armonia nata da elementi conflittuali. La dissonanza partecipa alla bellezza e la contraddizione è costitutiva dell’ordine. Libertà e movimento, conflitti e scontri, inseriti all’interno del cosmo e dell’arte. Tra fisica e filosofia, tra arte e scienza.


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