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di Redazione -

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di GIORGIO BRESCIA
Ci siamo. A due anni dalla sua adozione, NextGenerationEu spinge l’acceleratore per essere un motore centrale della trasformazione verde e digitale dell’Europa. E’ la svolta decisa dalla Commissione europea. Il Piano per la ripresa e la resilienza (Rrf) si conferma lo strumento chiave nel NextGenerationEu da 800 miliardi per l’Europa.
La rimodulazione, con l’ingresso di RePowerEu nella Recovery and Resilience Facility (Rrf), cuore di Next Generation Eu, diventa un passaggio tecnico necessario per potenziare il versante energetico dei Pnrr nazionali. La decisione avviene con un regolamento di modifica – è la fase finale della procedura di adozione – per includere i capitoli RePowerEu nell’Rrf. Si punta finalmente a rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue, diversificando i suoi approvvigionamenti energetici e ponendo fine alla dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia.
Ora gli Stati membri potranno aggiungere un nuovo capitolo RePowerEu ai loro Pnrr nell’ambito di NextGenerationEu, per finanziare investimenti e riforme che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di RePowerEu. Tra gli obiettivi principali, l’aumento della resilienza, della sicurezza e della sostenibilità del sistema energetico dell’Ue, attraverso la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico a livello Ue, anche aumentando l’adozione delle rinnovabili, l’efficienza energetica e la capacità di immagazzinare energia.
Quanto da tempo il mondo delle imprese in Italia auspicava. Ulteriori sovvenzioni di 20 miliardi di euro saranno rese disponibili per finanziare gli investimenti e le riforme. E le fonti di finanziamento saranno il Fondo per l’innovazione (60%) e le quote Ets anticipate (40%).
La chiave di destinazione delle risorse tiene comunque conto delle policy di coesione, della dipendenza degli Stati membri – come il nostro Paese – dai combustibili fossili e dell’aumento dei prezzi degli investimenti, che non poco finora hanno contato.
Di interesse pure quanto previsto riguardo alla possibilità che gli Stati membri avranno di richiedere prestiti, anche in caso di proposte superiori al 6,8% del Reddito Nazionale Lordo, se ci sono le condizioni. Gli Stati membri avranno anche l’opportunità di godere di trasferimenti volontari dalla Brexit Adjustment Reserve (Bar), 5 miliardi decisi dall’Europa nel 2021 per finanziare spese impreviste, uno strumento funzionale a contrastare le negative conseguenze economiche, sociali, territoriali e ambientali della Brexit negli Stati membri. Quindi finalizzato a mitigare, anche in Italia, gli impatti negativi sulla coesione economica, sociale e territoriale. Accelerare l’attuazione per realizzare le priorità dell’Ue, questo dice la Commissione europea. Con la sicurezza energetica al primo posto.
Finora, ha erogato oltre 144 miliardi nell’ambito del Rrf, tra sovvenzioni (96 miliardi) e prestiti (48 miliardi). E sono previsti molte altre linee di finanziamento guardando alla seconda metà della durata della Rrf. Gli Stati membri – questo l’auspicio – dovrebbero fare del loro meglio per sfruttare appieno le opportunità offerte dalla RRF e rispettare le scadenze che si sono prefisse nei loro Pnrr. Nella primavera del 2023, gli Stati membri dovrebbero integrare i loro Pnrr con capitoli REPowerEU, per rispondere insieme alla crisi energetica globale. Con 270 miliardi si potrà eliminare la dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili russi.

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