Politica

Poco più di un mese per decidere le sorti di Toti e della Liguria

di Giuseppe Ariola -


Ci sono due certezze nell’inchiesta che scuote la Liguria. La prima è che gli arresti domiciliari per Giovanni Toti sono stati disposti in vista “delle prossime elezioni”. Non si tratta di un’illazione, un sospetto o un’accusa politica, ma di quanto messo nero su bianco nell’ordinanza dal gip Paola Faggioni, come abbiamo riportato fin da subito. Per il magistrato, infatti, le esigenze cautelari si sono rese necessarie per evitare la reiterazione, in occasione delle ormai vicinissime europee, di condotte ritenute illecite, benché i finanziamenti di cui hanno beneficiato le strutture politiche che fanno capo al presidente della Liguria siano stati dichiarati e rendicontati. La seconda certezza non trova, invece, alcun riscontro scritto ma molteplici conferme in un Transatlantico questi giorni particolarmente in fermento. Lo spartiacque del destino politico di Toti, come pure abbiamo anticipato, la revoca o meno dei domiciliari. Per un amministratore, infatti, l’immagine è tutto, così come lo è l’agibilità in politica. Giovanni Toti per resistere alla guida della Regione ha bisogno di entrambe le cose, d’altronde una cosa è farlo da indagato, un’altra è trovarsi in una condizione di reclusione, anche se domiciliare. Se le forze di maggioranza in Liguria l’altro ieri sera hanno espresso in un comunicato congiunto “pieno sostegno al vice presidente Piana, alla giunta e alla maggioranza che lo sostiene”, fonti parlamentari non fanno mistero che in caso di conferma delle attuali misure restrittive la situazione sarebbe seriamente compromessa. Inoltre, il danno di immagine subito da Toti – che rischia di riversarsi sull’intera coalizione – ha già assunto dimensioni importanti e potrebbe addirittura aggravarsi nel caso emergessero nuovi e imbarazzanti elementi, al netto degli eventuali risvolti penali. Insomma, lo status quo non è politicamente gestibile troppo a lungo, un mese e mezzo al massimo, al di là della presunzione di innocenza con cui la maggioranza replica alle questioni ‘morali’ e di ‘opportunità’ poste dall’opposizione. Inoltre, le elezioni anticipate eviterebbero quello che, alla luce dei fatti, sarebbe un lungo logoramento fino alla scadenza naturale della consiliatura nel 2025. Parte di questa intricata matassa potrebbe iniziare a sbrogliarsi già oggi, in un senso o nell’altro, dopo l’interrogatorio di garanzia del governatore e in base alle dichiarazioni che deciderà di rendere o meno ai magistrati.


Torna alle notizie in home