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Porno e OnlyFans le scelte top dei minori: 2 su 10 fanno circolare le loro foto intime

di Angelo Vitale -


Una vita sempre più spericolata, quella degli adolescenti italiani: social vissuti pericolosamente, porno e OnlyFans in cima alle loro scelte, pur in una ampia consapevolezza dei rischi attuali della società. Assai evidente, infatti, il rischiosissimo fenomeno della pubblicazione di proprie foto intime o il loro invio al partner del momento, con punte che coinvolgono fino all’80% tra i più grandi. lo fotografa l’indagine nazionale sugli stili di vita dei teenager che vivono in Italia, edizione 2024, realizzata dal Laboratorio adolescenza e Istituto di ricerca Iard con il supporto operativo di Mediatyche.

I dati indicano che il 15% delle ragazze e il 10% dei maschi ammettono di aver postato sui propri profili social, almeno una volta, proprie foto o video dal contenuto sessualmente provocante. E la percentuale, se ci spostiamo nella fascia 17-19 anni, arriva al 18%. Ancora più frequente l’invio di foto intime al proprio partner: a farlo sono il 55% delle ragazze e il 52% dei maschi, ma se si arriva alla fascia di età più alta, rispetto al campione considerato, la percentuale è del 75% e tra le ragazze supera l’80%. Sorprende, però, che questi comportamenti siano adottati nonostante ci sia un’ampia consapevolezza dei rischi a cui espongono. Consapevolezza che cresce con l’età, quando aumenta anche la diffusione di foto e video intimi: dal revenge porn alla diffusione virale delle immagini; dalla compromissione della propria immagine ad un inesistente ‘reato contro la morale’.

Ma una delle preoccupazioni maggiori è il timore di essere ‘bannati’ dalla piattaforma, perdendo la possibilità di continuare ad interagire con il loro mondo social. Il 15,7% afferma che non c’è problema se ‘si ha fiducia nell’interlocutore al quale si invia la foto o il video’. Forse è più sincero quel 34% che riconosce che ‘non è prudente, ma è comprensibile che si faccia’. Inspiegabile, invece, quel 45% che afferma categoricamente che ‘non andrebbe mai fatto’, ma poi, almeno in parte, lo fa. L’unico ‘conforto’ è sapere che, se si ritrovassero in una situazione critica, il 42% sporgerebbe denuncia alla polizia postale (percentuale che, anche in questo caso, aumenta con l’età). Il 20% si confiderebbe con i genitori (quota in netto calo all’aumentare dell’età) e l’11% con gli amici.

Condividere immagini o momenti intimi attraverso la Rete – afferma Loredana Petrone, psicologa e sessuologa dell’Università La Sapienza di Roma – ha un nome ben preciso, sexting, ed è espressione di come anche la sessualità si sia trasformata con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Vale per gli adulti e, dobbiamo farcene una ragione, vale anche per gli adolescenti. Ma mentre per gli adulti sembra ormai essere stato normalizzato all’interno del nostro scenario culturale, quando si parla di adolescenti i discorsi relativi al sexting virano verso il panico morale e, ancora una volta, discriminano le donne”.

Il sexting, osserva l’esperta, “è considerato spesso un affronto ad una moralità sana e soprattutto ad una femminilità appropriata, tanto che quando si parla sexting ci si focalizza molto di più sulle ragazze che producono e veicolano immagini di se stesse che sui ragazzi che – l’indagine di Laboratorio adolescenza lo conferma – lo fanno altrettanto spesso. Consapevoli di questo, dobbiamo liberarci dall’ipocrita assunto dell’innocenza ad oltranza di ragazze e ragazzi. Dobbiamo accettare l’idea che gli adolescenti hanno diritto alla sessualità. E dobbiamo renderci conto che la Rete oggi, per gli adolescenti, come per gli adulti, è un ‘luogo’ (non deve essere il solo) dove questa sessualità si esprime”.

“Solo facendo così – evidenzia Petrone – avremo la serenità di parlare con gli adolescenti di queste cose e cercare di evitare che si imbattano nel revenge porn o nella sextortion (estorsione sessuale) che rappresentano – questi, sì – dei rischi gravissimi”.

Poche novità sulla ‘classifica’ delle scelte in Rete e dei social più frequentati dagli adolescenti italiani. Instagram e TikTok sempre in testa. Seguono YouTube, con utenza prevalentemente maschile, e Pinterest, prevalentemente femminile. Una presenza decisamente ‘attiva’, considerando che l’86% delle ragazze e il 76% dei ragazzi – sia pure con minore frequenza – postano dei propri reel. Quasi scomparso Facebook, il top è OnlyFans.

La sorpresa non piacevole è la crescita di Of-OnlyFans: una sorta di TikTok senza censure, dove è possibile postare e vedere (a pagamento) contenuti ad esplicito riferimento sessuale (al quale, peraltro, i minorenni non potrebbero accedere). Lo frequentano il 10% delle ragazze e il 20% dei maschi. Ma se il ruolo dei maschi è prevalentemente quello di ‘voyeur’, quello delle ragazze è verosimilmente quello di protagoniste attive. Tra i generi di siti maggiormente frequentati, si contendono la vetta quelli che parlano di salute (56,3% femmine e 43,7% maschi) e i siti porno (42,8% femmine e 64,3% i maschi).

“Si potrebbe definire un comportamento ‘di tipo adulto’, indirizzarsi ad OnlyFans, considerando che su questo fronte i comportamenti degli adulti coincidono. Peccato, ancora una volta, che ai siti pornografici i minorenni non potrebbero proprio accedere: OnlyFans dovrebbe essere loro vietato. Così come non potrebbero accedere ai siti di gambling (gioco d’azzardo online), che invece sono tranquillamente frequentati dal 20% dei maschi e dal 7% delle femmine”, affermano gli autori dell’indagine.


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