Corsa agli ordini da parte dei Paesi asiatici: con il Paese di Xi avanti anche Corea e Giappone
Il settore delle portacontainer è sempre più dominato dai cantieri asiatici, con Cina, Corea e Giappone che insieme coprono quasi tutto l’ordine globale delle nuove navi.
Portacontainer, il dominio dei Paesi asiatici
L’orderbook attuale è il più grande di sempre, con oltre mille nuove costruzioni e oltre 10 milioni di container di stiva aggiuntiva, pari al 31% della flotta mondiale.
Alphaliner, società leader nell’analisi del mercato marittimo, monitora questi dati e segnala che solo l’1,5% delle nuove navi è costruito fuori dalla triade asiatica.
Queste eccezioni riguardano soprattutto Taiwan, Turchia, Stati Uniti e India, con motivazioni specifiche come la proprietà congiunta tra armatore e cantiere o le normative locali come il Jones Act negli Usa.
Oggi, la corsa agli ordini è guidata da compagnie come Wan Hai, Msc e Cma Cgm, che puntano a rinnovare le flotte e aumentare l’efficienza operativa. Alcune aziende, come Maersk, preferiscono una strategia più cauta, limitando gli ordini al rinnovo delle navi anziché all’espansione della capacità.
La crescita dell’orderbook solleva interrogativi sul futuro del mercato, con il rischio di sovracapacità. Negli ultimi anni, la domanda di trasporto container è cresciuta, ma la flotta globale potrebbe superare la domanda reale, come accaduto nel 2010.
Le nuove navi sono sempre più grandi e spesso dual-fuel, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale. Il settore continua a investire in innovazione e sostenibilità, ma la concentrazione dei cantieri in Asia resta un elemento chiave della dinamica globale.
La Cina sempre più avanti
L’impatto dell’orderbook concentrato in Cina riflette una volontà strategica assai determinata del Paese di Xia dominare il mercato delle portacontainer.
Il grande volume di ordini garantisce ai cantieri nazionali un carico di lavoro ben distribuito nel tempo, sostenendo l’occupazione e l’industria manifatturiera locale, che resta centrale nel settore navalemeccanico globale.
In questo modo la Cina si conferma hub logistico chiave e diventa protagonista nella catena di approvvigionamento mondiale, favorendo la resilienza e l’autonomia economica nazionale.
Inoltre, l’investimento in nuove tecnologie e navi più efficienti, come quelle progettate per carburanti verdi, conduce l’impegno cinese a rispettare le normative ambientali internazionali e insieme a modernizzare la propria flotta per competere nel lungo termine.