Premio Bindi, omaggio al genio gentile che insegnò l’eleganza della libertà
Da oggi fino a domenica al 6 luglio, a Santa Margherita Ligure, torna il festival dedicato a uno dei cantautori più amati e talentuosi del panorama musicale italiano: Umberto Bindi. Il fulcro del festival è il concorso per nuovi cantautori, vetrina musicale aperta ai nuovi talenti italiani capaci di firmare un progetto musicale di qualità, selezionati attraverso un bando. Il Premio Bindi, per la prima volta, andrà prossimamente in onda su RaiTre condotto da Chiara Buratti e Claudio Guerrini. L’identità ha incontrato l’organizzatrice della kermesse Enrica Corsi.
Enrica, come nasce il tuo coinvolgimento all’interno del Premio Bindi?
Nel 1999 avevo organizzato un suo concerto a Boccadasse, in provincia di Genova. La sua gentilezza mi é rimasta nel cuore e da lì a pochi anni, dopo la sua scomparsa, l’idea di dedicare un evento che portasse il suo nome e che potesse rimanere nel tempo, tramandando la sua musica alle nuove generazioni.
Ci sveleresti qualche anticipazione legata a questa ventunesima edizione?
In questa edizione, abbiamo fra gli, ospiti due donne: Silvia Salemi e Paola Turci. A quest’ultima, inoltre, sarà consegnato il Premio Bindi alla carriera. Avremmo una mostra di arte contemporanea realizzata da un’altra donna, la cantautrice Giua e chiuderemo con il concerto dei Nomadi, un gruppo che ha segnato la storia della canzone italiana.
Per la prima volta il Premio Bindi sbarca in televisione: che effetto ti fa?
Sono molto felice di questo “approdo” alla tv del Bindi, come lo chiamiamo nell’ambiente, non solo per noi che ci lavoriamo, ma soprattutto per Umberto Bindi, a cui la canzone d’autore deve molto.
Bindi, da pubblico e addetti ai lavori, è considerato anche uno degli artisti più sottovalutati del panorama musicale italiano. Sei d’accordo?
Purtroppo sì, sono d’accordo. Eppure, é sempre stato molto stimato dai suoi colleghi e definito dagli stessi, uno su tutto Bruno Lauzi, suo amico fraterno, come “il vero musicista fra i cantautori della scuola genovese”. Era innanzitutto un musicista con la cultura della musica classica, che ritroviamo in quasi tutti i suoi pezzi.
Per concludere: qual è l’eredità artistica che ci lascia oggi Umberto Bindi?
Lascia la musica, la vera musica, quella per la quale si studia uno strumento e ci si arrovella giorno e notte per portare a casa un concerto con la C maiuscola. Lascia un messaggio di coerenza con ciò che é stato: un uomo che non ha accettato compromessi e non si é mai nascosto, pur rischiando di essere messo da parte come é accaduto. Bindi era un uomo libero e, in fondo, ci insegna anche questo, il concetto di libertà intellettuale.
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