Presagi di guerra tra India e Pakistan
La situazione tra India e Pakistan potrebbe precipitare da un momento all’altro. Il premier indiano Narendra Modi, secondo Islamabad, ha dato il via libera a un’operazione militare “entro 24-36 ore” come forma di rappresaglia per l’attentato contro i turisti a Pahalgam, nel Kashmir controllato dall’India, che è costato la vita a 26 persone, la cui responsabilità Nuova Delhi attribuisce al Paese confinante, accusandolo di “sostenere il terrorismo transfrontaliero”.
Modi avrebbe dato allo stato maggiore “libertà di decidere obiettivi, momento e modalità della risposta” e ha “ribadito la determinazione del suo Paese a sferrare un colpo decisivo contro il terrorismo”.
Da più notti consecutive avvengono scontri a fuoco fra i soldati posizionati lungo la Linea di controllo, frontiera di fatto nel Kashmir, hanno denunciato i militari indiani. I pachistani hanno reso noto invece di aver abbattuto un drone da ricognizione che aveva violato lo spazio aereo sul territorio conteso.
Il Pakistan “dispone di elementi credibili secondo cui l’India ha intenzione di lanciare un raid aereo nelle prossime 24-36 ore usando come pretesto l’incidente di Pahalgam. Qualsiasi aggressione innescherà una risposta decisa. L’India sarà ritenuta completamente responsabile di tutte le gravi conseguenze nella regione”, ha annunciato il ministro dell’Informazione, Attaullah Tarar.
Il premier indiano Narendra Modi, stando a una fonte governativa citata dall’Afp, ha fatto sapere in una riunione a porte chiuse con i vertici militari e della sicurezza che è volontà nazionale “infliggere un colpo schiacciante al terrorismo”.
Le autorità indiane del Jammu e Kashmir hanno ordinato la chiusura di 48 resort e oltre cinquanta luoghi turistici per motivi di sicurezza, a seguito del bagno di sangue della scorsa settimana.
L’attacco è stato rivendicato dal Fronte di Resistenza, gruppo legato ai miliziani islamisti di Lashkar-e-Taiba, e ha aggravato le tensioni diplomatiche tra le due parti.
L’India ha vietato la trasmissione su YouTube di 16 canali di notizie e giornalisti pakistani per “disinformazione”. La decisione, raccomandata dal Ministero dell’Interno, riguarda, tra le altre, le emittenti Geo News, Dawn, Bol News e Ary News, oltre a figure giornalistiche di rilievo come Munib Faruq e Asma Shirazi.
Oltre al blocco, il governo ha inviato una lettera formale alla Bbc chiedendo di usare il termine “terroristi” anziché “miliziani” per descrivere gli autori dell’assalto.
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