Attualità

PRIMA PAGINA – La stretta di Giorgia che piace ai rom

di Rita Cavallaro -


Ormai è rimasta solo la sinistra a tollerare l’impunità delle borseggiatrici rom che derubano i turisti in metropolitana e che in carcere non ci vanno mai, perché perennemente incinte e con figli piccoli. Perfino la comunità nomade, infatti, si schiera con il governo Meloni per la norma anti-borseggiatrici, contenuta nel nuovo pacchetto sicurezza, che dà finalmente al giudice la possibilità di arrestare anche le ladre in gravidanza o mamme di bimbi fino a un anno d’età, per le quali finora era vietata la detenzione. Un vulnus che, di fatto, ha permesso a pregiudicate con decine di condanne sulle spalle di continuare a rimanere libere di delinquere. E ha alimentato così il boom dei borseggi, tanto che l’Italia è diventata prima in Europa per i furti ai turisti, con numeri che comunque non fotografano fedelmente la realtà, visto che una vittima su due non sporge più nemmeno denuncia.

Contro l’impunità ora la norma contenuta nel ddl e gli stessi nomadi, stanchi di essere considerati un popolo di criminali. “Siamo soddisfatti della stretta del governo sulle borseggiatrici rom perché, seppure queste delinquenti siano una ristretta minoranza, infangano tutti noi. E non è giusto che per colpa di pochi criminali debba pagare tutta la comunità rom”, ha spiegato il rappresentante dei nomadi di Roma, Najo Adzovic. “Questa situazione è una piaga per quelli che si sono integrati, che lavorano, che portano i bambini a scuola, che non borseggiano. E contro questi personaggi che delinquono”, ha sottolineato Adzovic, “ben vengano tutte le leggi possibili a tutela dei cittadini. È importante ribadire che noi non apparteniamo a questi gruppi criminali che si macchiano di microcriminalità così diffusa nelle metro e nelle città, dove vengono presi di mira onesti che vanno a lavorare. Condanniamo queste persone e ci auguriamo che anche la giustizia le condanni, che possa garantire la certezza della pena altrimenti non finirà mai il fango contro la comunità”. Una comunità che, tra luci e ombre di una convivenza difficile, ha tentato di sopperire alla legge, mettendo in atto “processi” contro i malfattori di fronte al consiglio degli anziani dei campi e finanche denunciando le mele marce.

Spiega il capo dei rom: “Abbiamo fatto diverse riunioni, anche con il consiglio degli anziani e le associazioni che operano sul territorio italiano, e abbiamo agito di conseguenza, condannando noi chi ha commesso reati e vive negli campi. Abbiamo allontanato tantissime famiglie dagli accampamenti e coloro che non volevano uscire li abbiamo segnalati alle forze dell’ordine”. Perché l’obiettivo è ambizioso: l’integrazione e il superamento totale dei campi rom. “I campi si stanno svuotando”, ha spiegato Adzovic, “le persone cominciano a integrarsi davvero in un contesto sociale e civile italiano. Un obiettivo al quale ho direttamente contribuito da quando ero delegato del sindaco di Roma, con il censimento per individuare le famiglie che potevano integrarsi per avere la cittadinanza. Abbiamo fatto diversi report e indagini sui singoli nuclei familiari, valutando una serie di elementi, tra cui la frequenza scolastica dei bambini, la possibilità di accedere a un lavoro e poter pagare un affitto. E oggi sono tantissime le famiglie che abbiamo inserito nelle case popolari, che sono entrate nella graduatoria e ora vivono in un appartamento”. Quasi il 60 per cento dei nomadi di Roma ha infatti lasciato le baracche dei campi rom. “Manca ancora un quaranta per cento che stiamo monitorando”, sottolinea Najo Adzovic, “e pian piano le famiglie che si vogliono integrare saranno prese in considerazione per gli alloggi popolari”. Agli altri, il capo dei rom manda un messaggio chiaro: “Se tra queste ci sono delinquenti che non vogliono integrarsi, non pensino di usare i campi nomadi per i loro loschi affari, perché i campi verranno chiusi e loro espulsi. Se sono cittadini italiani, si troveranno una casa in affitto a spese loro. Se non lo sono e tenteranno di fare altri accampamenti, ciò non sarà tollerato. L’obiettivo è chiudere definitivamente i campi rom”.


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