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PRIMA PAGINA – Questi giovani così carini, così angelici così assassini

di Marina Cismondi -


Minorenni e ventenni, spesso bravi ragazzi, ma spietati assassini. Si potrebbe affermare che è sempre successo, ma se in effetti capitava anche in passato, si trattava di casi sporadici che, per la loro eccezionalità, tenevano banco su giornali e telegiornali per giorni e giorni.
I meno giovani ricorderanno il caso della diciottenne di Vercelli Doretta Graneris che, nel 1975, uccise a colpi di pistola i genitori, il fratello di 13 anni e i nonni materni, con la complicità del fidanzato.
O quello del ventenne Pietro Maso, che nel 1991 massacrò i genitori nella loro abitazione in provincia di Verona, con la complicità di tre giovani amici.
Ed era il 2001 quando a Novi Ligure, Erika De Nardo, 16 anni, con il fidanzato Omar, ammazzò a coltellate la madre ed il fratellino di 11 anni.
Ora il numero dei delitti operati da giovani sotto i 25 anni risulta in costante crescita, non solo nell’ambito famigliare, come è in aumento il numero di reclusi nelle carceri minorili.
In questo ultimo anno l’elenco è impressionante.
Era lo scorso novembre quando le trasmissioni dedicate al crimine dissezionarono per settimane il caso dell’omicidio della ventiduenne Giulia Cecchettin, vittima della furia omicida dell’ex fidanzato e compagno di studi Filippo Turetta. Nella sua testimonianza a processo, ammetterà di aver premeditato nei minimi dettagli il rapimento della ragazza e la sua successiva soppressione. Un giovane annientato dalla fine del loro rapporto, così ossessionato da provare sollievo nello stilare un accurato elenco di tutto il materiale necessario per immobilizzare Giulia, fuggire e occultare il cadavere. “Quando ho scritto quella lista avevo ipotizzato il piano di rapirla, stare con lei qualche tempo e poi farle del male e toglierle la vita”, la sua distaccata confessione in aula.
Ma l’escalation di omicidi sembra aver subito una forte accelerazione a partire dalla scorsa estate.
Il 9 Agosto vengono ritrovati i resti di un neonato, con il cordone ombelicale ancora attaccato. E’ il cane di una famiglia che vive in una bella villetta in provincia di Parma a disotterrare il corpicino. Qualche giorno dopo viene scoperto un altro minuscolo cadavere, occultato da almeno un anno. Le indagini portano velocemente ad individuare la colpevole: è la figlia di 22 anni dei benestanti proprietari della villetta, Chiara Petrolini, che li ha seppelliti dopo averli partoriti. Attualmente agli arresti domiciliari, sostiene di aver fatto tutto da sola, all’insaputa del fidanzato e della sua famiglia.
Nella notte del 31 agosto Riccardo, un ragazzo di 17 anni di Paderno Dugnano, hinterland milanese, chiama il 112 dicendo di aver ucciso a coltellate il padre, poiché colpevole di aver ucciso sua madre ed il suo fratellino di 12 anni. Confesserà il giorno dopo di averli accoltellati tutti lui. Anche in questo caso una famiglia apparentemente senza problemi, benestante, unita e felice. “In casa mi sentivo un corpo estraneo, oppresso, ci pensavo da un po’” dichiarerà il diciassettenne.
A Rozzano, sempre nel milanese, la notte del 10 ottobre Manuel Mastrapasqua, di 31 anni, sta rientrando a casa dal turno di lavoro quando incontra un ragazzo di 19 anni, Daniele Rezza, che gli sferra una coltellata mortale al petto. Movente dell’omicidio: portarsi via un paio di cuffiette wireless.
Il 25 ottobre, a Piacenza, il fidanzatino di 15 anni di Aurora, 13 anni, telefona al 118 da un bar, dopo essersi recato in bagno per pulirsi. Chiede soccorso per la ragazzina che si sarebbe suicidata buttandosi da un terrazzino del condominio dove viveva. Ma l’autopsia – che evidenzia segni di colluttazione e ferite sulle mani della vittima – e delle testimonianze smentiscono la versione del quindicenne. Il ragazzo ha colpito più volte Aurora sulle mani per farla staccare dalla ringhiera alla quale si era aggrappata nel disperato tentativo di salvarsi. Lei voleva lasciarlo, stanca delle sue violenze e della sua gelosia.
Tra l’1 e il 2 novembre Santo Romano, un calciatore di 19 anni,cerca di placare una lite tra ragazzi, nella piazza di un paesino a pochi km da Napoli. Litigio scoppiato per una scarpa che era stata involontariamente sporcata. Un 17enne estrae una pistola e spara, colpendo Santo al petto. Nonostante i tentativi di soccorso per lui non c’è stato nulla da fare.
E questi sono solo alcuni degli omicidi di questi ultimi mesi.
Cosa sta succedendo ai ragazzi di oggi? Genitori troppo impegnati? Famiglie disgregate?La clausura del periodo Covid, come sostengono più psicologi, ha inciso sulla mente dei giovani scatenando dipendenze, insicurezze, depressione? Certo è che negli ospedali si è registrato un incremento di richieste di ricovero in psichiatria da parte dei più giovani, come documenta il sito dell’Ospedale Niguarda. Difficile trovare spiegazioni a questo continuo spargimento di sangue, dove disagio, gelosia, solitudine o futili motivi vengono ritenuti sufficienti per uccidere.
In ogni caso questo incremento di “baby killer” necessiterebbe di approfondite indagini ed accurate analisi sulle cause scatenanti la furia omicida. Sicuramente più utili della grancassa mediatica che si attiva per ogni assassinio, sia sui programmi televisivi che sugli innumerevoli canali YouTube dedicati al crimine, sensazionalismo esasperato che potrebbe fomentare emulazioni.


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