Politica

PRIMA PAGINA – Rottamatore addio, la sfida di Renzi fra Cottarelli, Macron e Bonino

di Edoardo Sirignano -



Cottarelli guiderà le liste del partito di Macron alle europee. Si valuta il tandem con Bonino. Nella prossima tornata, invece, non saranno protagonisti Renzi e Calenda, che a differenza di quanto appare sui comunicati, sarebbero propensi a restare in panchina. Ci saranno, al contrario, i simboli di Azione e Italia Viva, inclusi in un contenitore più ampio battezzato da Parigi e di cui non si conosce ancora il nome.

Matteo, infatti, sta provando, con ogni energia, la corsa in solitaria, ma da esperto runner sa bene che raggiungere il 4 per cento è impresa ardua, quasi da Mission Impossible. Per intenderci in termini calcistici, è come dire che il Bologna, culla di talenti, possa vincere lo scudetto. Medesimo ragionamento vale per Carletto dei Parioli, che pur potendo contare su qualche pedina in più sui territori, senza un Terzo Polo compatto può far poco o nulla. Avere i centristi italiani fuori dalla maggioranza Ursula, però, è un rischio che l’Eliseo non può permettersi. Emanuelle di Amiens sa benissimo che in questo modo Giorgia diventerebbe, senza se e senza ma, la nuova Merkel e il progetto moderato made in Francia equivarrebbe, nel giro di qualche mese, a un Nokia-3310 ai tempi dell’iPhone 15. La debolezza del fronte è chiara anche alle lungimiranti menti del Vaticano. Le parole di monsignor Paglia, su queste colonne, d’altronde, valgono più di mille parole: “c’è bisogno dell’impegno dei cattolici, ma occorre mettere da parte gli individualismi. Servono idee nuove”. Una classe dirigente, a parte i miracoli, comunque, non si può cambiare in qualche mese e le urne sono alle porte. Ragione per cui occorre la classica soluzione tampone o il Cottarelli di turno.

Carte vincenti nel mazzo, allo stato, scarseggiano e dunque recuperare quel Cottarelli, scartato dal rosso Nazareno, potrebbe essere più di una semplice opzione per tenere serrate le file. L’idea, trapelata in alcune riunioni segretissime tenutesi a Bruxelles, sarebbe quella di schierare Cottarelli in ticket con Emma Bonino. In questo modo non solo verrebbe rispettata la parità di genere, ma si darebbe al movimento più di una semplice madre nobile. Nel moderno contenitore cattolico-riformista troverebbero spazio pure ex renziani come Andrea Marcucci. Quest’ultimo, pur non essendo mai entrato in Iv, è un nome gradito al giglio. Matteo, sapendo bene di non avere i numeri per dare le carte, vorrebbe piazzare qualche fedelissimo, come il Danti di turno, per tenere salda una rete che, a livello di relazioni, è seconda a poche nel pianeta. Sebbene l’Europa è culla di lobby, il piano dell’ex premier è molto più ambizioso: fare un passo indietro oggi per tenersi lo spazio libero da commissario, puntando sul sostegno dei delusi dem (Er Moviola Gentiloni ritorna al Nazareno, sognando il Colle e Renzi ne prende il posto).

Chi avrebbe qualche remora in più è Calenda. Carletto deve trovare un punto di equilibrio tra le due anime di Azione: la prima che sogna un moderno Ulivo guidato da una Margherita 2.0, a cui un’alleanza col designato segretario Gentiloni non dispiacerebbe affatto e la seconda formata da ex azzurri, pronti ad abbandonare la barca qualora si scegliesse il centrosinistra. Stiamo parlando della ragione per cui l’ex titolare del Mise non ha chiuso fino a ora col Pd, sebbene Schlein gli abbia offerto più di qualche contentino. In caso di alleanza con la sardina o il Conte grillino, la scissione sarebbe dietro l’angolo e Carfagna non ci penserebbe due volte a lasciare la baracca per tornare al primo amore Forza Italia, a maggior ragione se a tirare i fili c’è una signora chiamata Letizia Moratti. Tutti sanno che la famiglia del Cav non vuole più investire un euro e i Tajani di turno già sono promessi sposi ai Fratelli d’Italia. Restano alla guida del giocattolo solo perché Giorgia gli ha detto di non mollare prima del gran caldo. Una cosa è certa, a parte l’immediato dopo Silvio, quel mondo, senza fondatore, ha poca ragione di esistere se resta com’è.

Un’occasione da cogliere al volo per chi sogna un Terzo Polo ago della bilancia. Non è un caso che collaudati balenieri come Cuffaro o Mastella prendano tempo prima di fare scelte azzardate. Sanno benissimo che le carte potrebbero rimescolarsi e le fallimentari Iv o Azione, con un gioco di prestigio alla Berlino della Casa di Carta, potrebbero essere sacrificate magari per una “Renew”. E se il rottamore Renzi diventasse ricostruttore?


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