Politica

PRIMA PAGINA – Coda a tratt…ori

di Domenico Pecile -


Dopo la loro prima vittoria con l’annunciato stop della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, il popolo dei trattori si appresta a quella che in molti hanno ribattezzato la marcia su Roma. Intanto, in attesa della manifestazione che ha avuto l’ok della questura, cortei e sit in si susseguono in tutta Italia. Non c’è ancora la certezza sia sui tempi sia sulle modalità. Tutto dovrebbe essere definito quest’oggi. “La situazione è molto positiva. Domani (oggi, ndr) definiamo il tutto”, ha commentato Salvatore Fais, il portavoce del Coordinamento nazionale Riscatto agricolo. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Danilo Calvani, il noto “ex forcone”, adesso leader del Cra agricoltori traditi il quale ha annunciato che da oggi “ammassiamo i trattori intorno a Roma. Da tutta Italia arriveranno nei presidi che sono autorizzati, ovvero Fornello, Torrimpietra e Albano”.
Compatti sulle rivendicazioni, ma divisi alla meta. Come già accaduto in Germania e in Francia anche in Italia la protesta degli agricoltori si compone di diverse anime. Molti fanno capo alle organizzazioni storiche come Coldiretti e Confagricoltura, altri sono in netto contrasti con le stesse. È il caso appunto di Calvani che non nasconde un certo livore anche nei confronti del governo. “Siamo contro le politiche green dell’Ue – ha puntualizzato infatti – ma il governo non ha fatto nulla per tutelarci”. Poi il duro attacco a Coldiretti, rea a suo dire di avere avallato le politiche agricole europee. Ma critiche allo stesso Calvani sono arrivate da un altro ex forcone, quel Mariano Ferro, che guida la protesta in Siciliana e che contesta il fatto che qualcuno si autoproclami leader. E in campo è sceso pure Giuliano Castellino, ex esponente di Forza Nuova, con la sua Ancora Italia. Senza contare che molti rappresentanti della protesta rifiutano qualsiasi cappello sia della politica sia delle organizzazioni di categoria. In campo ci sono pure molti “cani sciolti”, ribelli di ogni tipo e anche no vax.
E così, la protesta rischia di arrivare divisa alla meta. Il vero elemento che unifica gli agricoltori è la consapevolezza – sacrosanta – che esiste una ingiustificata discrasia tra il prezzo di vendita del prodotto da parte degli agricoltori e quello che poi si trova sul mercato per il grande potere, sempre meno controllato dall’Ue, delle multinazionali del settore.
Prova ne sia che il provvedimento che punta a dimezzare l’usi dei pesticidi era già stato abbondantemente annacquato a Bruxelles proprio in ossequio alle pressioni delle multinazionali. Meloni canta vittoria e con lei il governo che a proposito del dietrofront della von der Leyen assicura che si tratta di una “Vittoria italiana”. E al premier ha fatto eco il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, secondo cui “c’è un’esasperazione nel mondo che denunciamo dal primo giorno di questo governo”, aggiungendo che da noi la situazione è diversa rispetto a Germania, Francia e Spagna “perché il nostro governo ha investito di più in agricoltura e si è battuta a Bruxelles contro le visioni ideologiche che hanno messo l’agricoltura contro l’ambiente”.
Tesi duramente contestata dalle opposizioni. Il verde Bonelli sostiene che la destra strumentalizza la protesta e dimentica che Meloni ha votato la Pac e ha ripristinato l’Irpef sui terreni agricoli (tema che è oggetto di confronto con gli agricoltori assieme alla richiesta del ripristino del credito d’imposta per l’acquisto del gasolio agricolo). Ma la vera partita si comincerà a giocare domani. Roma è di fatto blindata e il vero timore, nonostante Salvini sia immediatamente “salito sul trattore” ritenendo la protesta un’opportunità in chiave elettorale, è che la rivolta possa scappare di mano in mancanza di un’unica regia e in presenza anche delle diverse anime che la compongono.


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