musica

Prometeo, se la musica si “sente” con l’olfatto

di Riccardo Lenzi -


Come potremmo sopportare la massa e la logora profondità delle opere e dei capolavori, se alla loro trama spiriti impertinenti e deliziosi non avessero aggiunto le frange dello sprezzo sottile e delle ironie spontanee? Questo si sarebbe potuto domandare lo scrittore Emil Cioran venendo a conoscenza di un paio di proposte, la prima della Filarmonica di Torino a partire dal 13 febbraio, la seconda della San Francisco symphony orchestra, dall’1 marzo: proposte derivate dalla teorizzazione della musica “immersiva”, nel caso di San Francisco in maniera probabilmente interessata, poiché alla proposta della locale orchestra sinfonica è allegata quella di Cartier, azienda fra l’altro produttrice di profumi di lusso. Insieme hanno annunciato il loro primo concerto multisensoriale che «oltre a vista e udito sfrutta il senso dell’olfatto»: infatti in occasione dell’esecuzione di “Prometeo, il Poema del Fuoco” di Alexander Scriabin (dall’1 al 3 marzo alla Davies Symphony Hall di San Francisco) il direttore d’orchestra Esa Pekka Salonen collaborerà con il pianista Jean-Yves Thibaudet e la profumiera interna di Cartier Mathilde Laurent, per abbinare la performance a determinate sensazioni olfattive. Similmente la stagione della Filarmonica di Torino ha pure in programma per il 13 febbraio presso il Conservatorio Giuseppe Verdi un concerto che prende per spunto i profumi, dal titolo “Oriente”, con la bacchetta di Giampaolo Pretto e il pianoforte di Emanuele Arciuli, con musiche di Füsun Köksal (“On Reminiscence”, prima esecuzione assoluta), Ildebrando Pizzetti (“Canti della stagione alta per pianoforte e orchestra”), Zoltán Kodály (“Danze di Galánta per orchestra”). Sarà l’ennesima produzione della stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, che ha promosso dallo scorso 24 ottobre la rassegna dal titolo “Profumi”, ispirata «alle emozioni e ai ricordi evocati dalle fragranze olfattive». Una proposta che è frutto del lavoro del team artistico formato dal direttore artistico Michele Mo, dal direttore musicale Giampaolo Pretto e dal segretario generale Gabriele Montanaro. «Se nella scorsa stagione – ha spiegato Mo – ci eravamo ispirati al mondo affascinante dell’alchimia, quest’anno faremo vivere al nostro pubblico una esperienza che unisce la musica alle sensazioni evocate dai profumi». I concerti del programma richiameranno le sette famiglie di profumi che Eugène Rimmel, profumiere del XIX secolo, utilizzò per dare un nome alle sensazioni olfattive. «Sarà un tuffo nel meraviglioso archivio sensoriale della vita, dove il ricordo di una fragranza, così come le note di un brano, riportano a sensazioni ed esperienze vissute», teorizzano. Le altre date della rassegna “Profumi” sono il 12 marzo, il 23 aprile, il 21 maggio 2024, il 4 giugno 2024, con musiche di Carl Philipp Emanuel Bach, Reinecke, Vivaldi, Villa-Lobos, Mozart, Respighi e Haydn. San Francisco e Torino con queste loro iniziative realizzano in fin dei conti un’idea fissa del compositore russo Alexander Scriabin: nel 1911 compose il “Prometeo o Poema del fuoco”, un brano di vastissime proporzioni formali che prevedeva l’uso, oltre che dell’orchestra, del pianoforte, dell’organo, di un coro e di uno speciale “clavier a lumière”, una tastiera a colori che doveva realizzare l’idea del musicista di un’opera che avvicinasse il mondo dei suoni a quello dei colori. Visione di una molteplice unità di sensazioni che avrebbero dovuto fare un ulteriore passo in avanti nell’incompiuto “Mysterium”, nel quale si prefigurava, stando agli abbozzi lasciati dal musicista, un’opera contrassegnata dal confluire di luci, colori e profumi intendendo con ciò, come lo stesso Scriabin confidò all’amico Oscar von Riesemann, «il desiderio di immettere nell’atto artistico liturgico del “Mysterium” il comportamento della natura stessa: lo stormire degli alberi, il brillio delle stelle, i colori dell’aurora e del tramonto». A Emil Cioran, più modestamente, sarebbe bastata l’esperienza musicale.


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