Esteri

Pronti al riarmo

di Ernesto Ferrante -


“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”, direbbe un barbuto di Treviri amato da milioni di russi. E’ esattamente quanto sta accadendo tra il Pd e gli ex scissionisti “ri-scissi” di Articolo 1 Arturo Scotto e Nico Stumpo all’indomani dell’approvazione in via definitiva alla Camera del Dl recante “disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell’Ucraina”.
Tra repliche e contro-repliche, con richiami agli anni ruggenti delle sfilate dei ministri prodiani contro il loro stesso governo e delle pugnalate nel segreto dell’urna alla schiena di Bersani, è scivolata via una giornata che inchioda il centrosinistra ad un marginalismo politico molto pericoloso in un momento delicatissimo per il Paese, spazzato da venti di guerra e “grandeur” crosettiane.
“Quella che stiamo vivendo è una trasformazione storica, dove vecchie e nuove potenze stanno ridisegnando i propri spazi vitali, dove i centri di gravità della geopolitica mondiale sono in continuo movimento e dove gli effetti distruttivi delle nuove conflittualità colpiscono le parti più inerme della popolazione. E’ necessario agire anche in quelle sfere influenza dove il limite tra conflitto e pace è molto labile”, ha detto il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che in audizione ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero.
Di qui la necessità di un “rinnovamento dell’impianto normativo e istituzionale che sottende all’apparato di sicurezza. Si dovrà assicurare la piena flessibilità di impiego delle forze armate in tutti gli scenari dove è messo a repentaglio il futuro delle nostre Istituzioni democratiche”.
Per arrivare all’ammodernamento delle capacità operative, secondo il meloniano, “il passo più importante è quello di definire un nuovo modello di finanziamento del settore Investimento della Difesa, basato su una legge triennale sull’Investimento e che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a 3 provvedimenti successivi, con profondità a 17 anni”.
Uno degli obiettivi principali del dicastero della Difesa, è “ridurre i tempi di reazione in caso di un evento di pericolo”, ma anche “anticipare le mosse dell’avversario”, dotandosi “degli strumenti atti a maturare un vantaggio competitivo rispetto alle possibili minacce”.
“Quale che sia la natura o la fattispecie della nostra partecipazione, ha detto ancora il ministro rivolgendosi alle commissioni riunite della Difesa della Camera e degli Affari esteri e Difesa del Senato, “il ruolo della Difesa italiana non può limitarsi meramente a quello di ‘troops contributing nation’ (nazione contributrice di truppe). Deve aumentare la nostra rilevanza e la capacità autonoma di influenzare processi e operazioni in ambito internazionale”.
“Forniremo all’Ucraina i carri armati Leopard”. Le pressioni degli Stati Uniti e della Nato hanno vinto anche le ultime resistenze di Berlino. Ad annunciare la “resa”, mascherata da decisione basata su “un principio giusto”, è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz al Bundestag. “La fornitura di armi, ha sottolineato Scholz, rappresenta una “rottura” rispetto ad una “pratica in corso da decenni”. Rivolgendosi ai “cittadini che si preoccupano”, il cancelliere ha esclamato: “Fidatevi! Abbiate fiducia nel governo federale!”.
Potrebbero in ogni caso servire circa tre mesi perché i Leopard 2 siano operativi. Lo ha sottolineato il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, precisando che prima del loro invio sarà necessario addestrare le forze ucraine all’uso dei mezzi. Pistorius ha spiegato che la Germania discuterà di ulteriori forniture di sistemi militari a Zelensky finché le ostilità continueranno, sottolineando l’importanza di non “diventare parte della guerra”.
“Sincera gratitudine” è stata espressa in una telefonata dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al cancelliere tedesco Olaf Scholz e a “tutti i nostri amici in Germania”. In un tweet, Zelensky ha spiegato di essere stato informato da Scholz di decisioni “importanti e tempestive”, oltre che sui Leopard 2, anche su “un ulteriore ampliamento del supporto alla difesa”, sulle “missioni di addestramento” e sul “via libera ai partner per la fornitura di armi simili”. Il presidente russo Vladimir Putin ha commentato in maniera sprezzante la “mossa” dei tedeschi durante un suo discorso in occasione del ‘Giorno dello studente’, evidenziando come in Germania vi siano ancora “truppe di occupazione americane” e che dopo la seconda guerra mondiale, “la Germania non è più stata uno stato sovrano”.
Nel pomeriggio di ieri c’è stata anche una “call” sulla situazione in Ucraina tra il Presidente statunitense Joe Biden, il premier Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere Olaf Scholz ed il premier britannico Rishi Sunak. “Prendendo atto della situazione sul terreno a quasi un anno dall’invasione russa, i leader hanno ribadito l’importanza di una costante forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev a 360 gradi”, ha reso noto noto Palazzo Chigi.

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