Politica

Punture di spillo CON RENZI SIAMO ALLO… STRABISMO POLITICO

di Redazione -


Una quindicina di anni fa Veronica Berlusconi, nel separarsi dal marito, chiese a coloro che gli stavano accanto di aiutarlo, “come si fa con una persona che non sta bene”. Una frase senza dubbio molto forte che mi è tornata alla mente nel leggere le cose dette oggi da Matteo Renzi all’assemblea di Italia Viva: “Quelli che dicevano ‘o Conte o morte’ sono andati a casa, noi siamo ancora qui. Quelli che ci dicevano ‘Vi asfalteremo’ sono andati a casa, noi siamo qui”. Roba da trasalire. Siamo allo strabismo politico. Renzi si sofferma sul moscerino nell’occhio degli ex alleati e non vede la trave che ha devastato il suo: “Noi siamo ancora qui”, dice. Ma dove? A fare che cosa? Con quale peso? Lui resta ancorato sempre al 2%, ha perso un dicastero importante come l’Agricoltura, gli è rimasto solo un Ministero, peraltro senza portafoglio, la Lega – contro la quale nel 2019 spinse per un accordo PD Cinque Stelle che Zingaretti non voleva – è al governo, alcuni suoi parlamentari lo hanno già lasciato ed altri si apprestano a farlo, il micro Partito è diventato ininfluente, “Enrico stai sereno” è tornato da Parigi e, acclamato come un salvatore, guida un PD che proprio il “Bullo” fiorentino aveva portato ai minimi storici. Evidentemente Renzi non sta bene e  gli amici che ancora gli stanno accanto, e gli vogliono bene, farebbero bene ad occuparsene. Non sono uno specialista ma credo che ci si trovi di fronte ad un classico esempio di strabismo politico. Gli specialisti lo chiameranno con un nome più esatto. Ma tant’è ! Diciamo che quando Renzi si è mosso per far cadere il Conte2 si è comportato né più né meno come Salvini al Papeete. Con una differenza: il Matteo lombardo ha portato oggi la Lega a Palazzo Chigi e per ora fa il bello e cattivo tempo. Invece, il Matteo toscano forse ha capito di aver fatto una “cazzata”, come avvenne mettendo il suo bel faccione sul referendum istituzionale e, sapendo di non avere più i numeri per tornare in Parlamento, sta cercando lavoro all’estero.  Come Letta a Parigi? Non proprio, perché Enrico aveva i titoli accademici e oltralpe gli si spalancarono le porte. Al segretario di Italia Viva toccherà “emigrare”, anche se ben pagato, forse verso lidi sauditi. In fondo la sua “avventura” pubblica era cominciata proprio con una trasmissione dove guadagnò bei soldini in… gettoni d’oro: ben 48 milioni di lire!

Evidentemente gli… interessi non cambiano!  

PdA

 


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