Politica

Punture di spillo LA CORSA AI “CIVICI” DIMOSTRA IL FALLIMENTO DELLA POLITICA

di Redazione -


Più che una moda è diventata una necessità. La politica, sputtanata, non fa più breccia nell’elettorato e si ricorre allora al “candidato civico” con la speranza che il nome o l’attività del “prescelto”, come specchietto per le allodole, attiri consensi che gli “Eletti” (per dirla con Grillo) in questi anni hanno perso. Manca la controprova ma non è detto che nel 2020 in Emilia Romagna Stefano Bonaccini avrebbe ottenuto ugualmente il 51,42 per cento se per tutta la campagna elettorale non avesse “nascosto” il simbolo del Partito di appartenenza: quel PD che ottenne invece un più modesto 34,69 per cento. E la lezione l’hanno capita molti del candidati sindaci alla tornata amministrativa del prossimo autunno. Eclatante il caso di Roma dove i cartelloni pubblicitari di Gualtieri, Raggi, Michetti e Calenda “nascondono” il simbolo del Partito che li ha candidati. Passi per il sindaco uscente che ha deciso di ripresentarsi in opposizione al suo Movimento che, solo in un secondo momento, ha deciso di appoggiarla, ma il discorso cambia per Roberto Gualtieri. Ma come!!! Vinci le Primarie del PD, sei un suo iscritto, con quella maglietta sei andato al Parlamento Europeo, nel Conte2 hai ricoperto l’incarico di Ministro dell’Economia, e a Roma vuoi far credere che sei figlio di nessuno? Roberto! Sei del PD. Lo sanno i giornalisti che per anni ti hanno intervistato, i talk dei quali sei stato ospite, i cittadini che si sono abituati al tuo bel faccione… Menomale che ti candidi a Roma perché a Napoli direbbero “Ccà nisciuno è fesso”!

PdA


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