Politica

Punture di spillo PARLAMENTO ILLEGITTIMO? CHE LO DICA LA MELONI… MA ORA ANCHE CARLO DE BENEDETTI, È TROPPO!

di Redazione -


Sulla legittimità o meno di questo Parlamento, dopo il voto referendario, si sta aprendo una “querelle” fastidiosa che non sta né in cielo né in terra. Chi lo sostiene  è a digiuno di diritto costituzionale, oppure è in malafede, o ha altre… mire. 

La stessa legge che riduce il numero di deputati e senatori stabilisce all’art. 4 che le nuove disposizioni “si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della legge”. Il ché significa, come osserva l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli, che l’attuale Parlamento mantiene integra la sua legittimità ed i propri poteri sino alla scadenza naturale della legislatura nel  2023. Ed è auspicabile  che Giorgia Meloni, quando per ben quattro volte ha votato “sì” al taglio dei parlamentari, avesse ben capito cosa andava a votare! O, almeno, che qualcuno glielo avesse spiegato. La Presidente di Fratelli d’Italia, nel denunciare l’illegittimità dell’attuale Parlamento,  non parla quindi perché ignorante ma solo – dicono in una Roma che lei conosce bene – per “buttarla in caciara”, per propaganda politica, per continuare a parlare alla pancia della gente. Ma la campagna elettorale si è conclusa e sarebbe bene che un Partito che lei ha fatto crescere e che si appresta a contendere la leadership della destra a Matteo Salvini cominciasse ad occuparsi “sul serio” dei tanti problemi  di un Paese che sta attraversando una crisi economia senza precedenti e, purtroppo, ancora in emergenza pandemica e con il rischio di nuovi drammatici lockdown.  Ma meraviglia soprattutto che a sostenere l’illegittimità di questo Parlamento – e quindi la sua inidoneità ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica –  non sia tanto la “sora” Meloni, ma un imprenditore di esperienza del calibro e della cultura come Carlo De Benedetti. Un canto del cigno o un assist pubblicitario al “Domani”, l’ultima sua creatura editoriale? Non credo. 

Ma…

PdA


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