Politica

Punture di spillo RENZI SCIMMIOTTA FANFANI? NON C’È PARTITA

di Redazione -

MATTEO RENZI SEGRETARIO ITALIA VIVA


Che il barometro della politica – che da settimana segnava cattivo tempo – volgesse al peggio, lo si è capito da una frase che ambienti renziani avevano fatto filtrare nell’immediata vigilia della crisi. Un apprezzamento sul Presidente del Consiglio non proprio “fresco di giornata” ma indicativo della “frittata” che il “Ducetto” di Italia Viva si apprestava a “cucinare” per la serata delle dimissioni delle sue due ministre 

Il 5 novembre scorso Renzi varcò, per la prima volta dalla nascita del governo giallo-rosso, il portone di Palazzo Chigi per un vertice con i leader della maggioranza e all’uscita disse ai suoi :”Conte? 

Gli ho trovato una qualità: sa arredare gli immobili: Con me c’era sempre casino”. Un giudizio tranchant che il Bullo toscano si è tenuto per sé per oltre due mesi e che denota pure che qualcosa, della storia della Democrazia Cristiana, Matteo l’ha almeno “leggiucchiata”. Peccato che non gli sia servita! Infatti un apprezzamento altrettanto sferzante fu pronunciato nel 1974 da Amintore Fanfani ad un giornalista che lo intervistava sul Forlani-politico. “A piazza del Gesù – rispose gelido lo statista aretino – l’ascensore era sempre rotto. Arnaldo lo ha fatto aggiustare”. L’accostamento a Fanfani, per carità di Patria, si ferma qui. Per il resto…

“Il problema di Renzi – osserva uno strizzacervelli che preferisce restare anonimo – è comportamentale. Lui non si è mai sentito un gregario, è il motivo per cui ha fatto il sindaco di Firenze, si è poi  inventato la Leopolda e dopo la “musata” del referendum istituzionale, è uscito dal PD dove non era più considerato. Soffre di mancanza di visibilità, non riesce a restare nell’ombra più di tanto”. E probabilmente l’errore di Cinque Stelle e PD, oltre soprattutto a Giuseppe Conte, è stato proprio quello di non averlo mai considerato, di averlo fatto sentire nella coalizione come un “incomodo” del 2 per cento, Lui che in pratica l’aveva battezzata, di aver sorvolato sulle sue richieste politiche fino a banalizzarle come una richiesta di poltrone. Non a caso, a Conte – che gli chiedeva se volesse andare nel 2022 alla Nato – Renzi lo ha riportato con i piedi per terra osservando secco: “Guarda che non sei tu né io a decidere un mio eventuale incarico alla Nato ma Biden…”. E la testa di “Giuseppi” potrebbe anche essere un trofeo da offrire al neo presidente americano, sperando che se ne ricordi al momento opportuno. Il segretario di Italia Viva con ogni probabilità pagherà l’aver mandato a casa, per dirla con Massimo D’Alema, il politico più popolare del momento, nel pieno di una crisi economica e sociale, con un’epidemia di nuovo in espansione, con 80 mila morti,  ma non gliene importa niente. Renzi è fatto così:prima il suo “Io”, poi gli altri…

PdA

 


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