Politica

Punture di spillo Salvini e Renzi disperati e sempre più… incomprensibili

di Redazione -


I due Matteo della politica italiana sono sempre più incomprensibili, uniti solo da un’unica finalità: mandare a casa il Presidente del Consiglio. Salvini per prenderne il posto alla guida di un governo di destra dove, considerata l’inconsistenza degli alleati, farebbe il buono e cattivo tempo. Né più né meno quello che ha fatto nel primo governo Conte.  Renzi, per essere finito ai margini della scena politica e poter tornare a contare dopo il flop del suo mini-Partito.

Ma l’ex Presidente del Consiglio ed ex segretario del PD non riesce a far dimenticare agli italiani che l’alleanza con i grillini l’ha voluta – appena sette mesi fa – proprio lui, con “Giuseppi” confermato a Palazzo Chigi. Se ora le cose non vanno, la colpa è soprattutto “sua”. Come anche porta la responsabilità nel 2018 di aver favorito l’ingresso della Lega nel Governo e la  conseguente crescita a dismisura di Salvini alla guida degli Interni.

Vero è che sono stati errori dovuti… alla giovane età e all’inesperienza. Ma per uno che, poco prima, aveva clamorosamente perso il referendum istituzionale e fatto sprofondare il PD al minimo storico, i due nuovi insuccessi gli dovrebbero consigliare – quali che siano le sue indiscusse qualità politiche – di mettersi da parte e stare zitto. Almeno fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età e maturato l’esperienza dei vecchi. Quanto a Salvini, ci troviamo di fronte ad un personaggio bizzarro e contradditorio. Solo a febbraio voleva le fabbriche chiuse ed oggi, in barba ai contrastanti pareri degli esperti,  ne chiede la riapertura. La Chiesa per la prima volta dopo sei secoli sospende le funzioni pasquali  ma lui, anche qui in barba al Papa e ai Vescovi, si schiera di fatto con i conservatori e le vuole aperte. Forse rimpiange che non si sia potuta celebrare la Via Crucis del Colosseo per la quale – forse ricordando le felpe che indossava da Ministro dell’Interno – si era già fatto confezionare un saio francescano. Il presidente Conte non gli fa toccare palla e lui si rivolge al Quirinale per poter rientrare in gioco assicurando collaborazione e responsabilità. Ma, lo stesso giorno del suo “recupero”, scende da Palazzo Chigi e spara ad alzo zero contro le decisioni del governo perché – dice –  “non considera” le  proposte. Una cosa è certa: se l’Esecutivo avesse accolto tutti i “suggerimenti” dell’opposizione, il segretario della Lega si sarebbe inventato qualche altra diavoleria per mettersi di traverso.

Il problema è che Salvini non sa più dove sbattere la testa e il tempo che passa lo allontana sempre più da un suo ritorno a Palazzo Chigi. Così come Renzi, alla stregua di un bambino che non sa nuotare, annaspa per restare a galla.

PdA


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