Esteri

Putin nell’angolo

di Ernesto Ferrante -


Zelensky trionfante nella “russa” Kherson, Biden e Xi Jinping sorridenti a Bali, Putin silente nel suo ufficio in Russia. La giornata di ieri può essere racchiusa in tre iconiche istantanee di uno scenario in rapida evoluzione. L’attuale debolezza dello “zar” è tutta racchiusa in quella “priorità dettata dalle circostanze” che lo ha costretto a non potersi spostare, di cui ha parlato il portavoce Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa russa Tass.
Il Cremlino ha confermato l’incontro russo-americano ad Ankara, precisando che è si è tenuto su impulso di Washington. “I colloqui sono avvenuti, è stata una iniziativa americana”, ha affermato Peskov, senza fornire ulteriori dettagli.
Qualche ora prima, un portavoce della Casa Bianca aveva reso noto l’avvenuto faccia a faccia in Turchia fra il direttore della Cia William Burns e il capo dei servizi segreti russi Alexander Bortnikov, per mettere in guardia Mosca contro il ricorso ad armi nucleari in Ucraina.
A quanto pare, anche la consueta conferenza stampa di fine anno di Putin potrebbe saltare. Anticipata dall’emittente russa Rbc, la notizia è stata in parte confermata dal portavoce del Cremlino, secondo il quale la sua data si conoscerà quando verrà decisa quella del discorso dello stato della nazione davanti all’Assemblea federale.
“Il presidente, ha detto Dmitry Peskov, citato dalla Tass, non ha ancora deciso i tempi di diversi eventi. Naturalmente non sarebbe logico farli svolgere uno dopo l’altro. Devono essere suddivisi nel tempo. Probabilmente il discorso dello stato della nazione è il più importante. Una volta fissata la data, ci sarà più chiarezza per gli altri eventi”.
“Siamo pronti per la pace, ma la pace per l’intero paese”, ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kherson, sottolineando che Kiev “non è interessata al territorio di altri paesi, solo a liberare il nostro paese, la nostra terra”.
“Noi rispettiamo la legge internazionale e la sovranità di ogni stato e ora parliamo della sovranità del nostro stato, per questo combattiamo contro l’aggressione russa”, ha rimarcato Zelensky.
“Avanziamo passo, passo attraverso il nostro paese temporaneamente occupato”, ha aggiunto ancora, enfatizzando l’importanza della riconquista della città e ritenendola
“l’inizio della fine della guerra”.
Sugli eventuali negoziati di pace, si è espresso il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, usando parole inequivocabili: “Stanno pagando il prezzo più alto in termini di vite umane e di danni al paese. Quindi sta all’Ucraina decidere i termini accettabili. A noi il compito di sostenerli e aumentare le possibilità di un risultato accettabile”.
Per Stoltenberg la Nato “non deve fare l’errore di sottovalutare la Russia” perché le sue forze armate “mantengono significative capacità e un gran numero di soldati”. Inoltre “la Russia ha dimostrato di poter accettare significative perdite ed ha anche fatto mostra di estrema brutalità”.
Sul campo di battaglia, si sono registrati successi di Kiev anche nella regione di Luhansk, con la riconquista di dodici città. “Le nostre squadre di artiglieria hanno armi a lungo raggio che consentono di rispondere agli attacchi oltre le linee nemiche”, ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale Serhiy Haidai, evidenziando che tra le truppe russe schierate ci sono membri del gruppo Wagner e russi recentemente mobilitati.
Le forze ucraine hanno respinto gli attacchi dei soldati di Putin vicino a Novoselivske, Stelmakhivka e Bilohorivka nell’oblast di Luhansk e Bilohorivka, Kurdiumivka, Vodiane e Marinka nell’oblast di Donetsk. Lo ha reso noto lo stato maggiore delle forze armate di Zelensky, precisando che, nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno lanciato quattro missili, 13 attacchi aerei e circa 60 attacchi attraverso lanciarazzi multipli.
L’Onu ha consegnato aiuti umanitari a Kherson. Il convoglio ha trasportato cibo, acqua, kit igienici e altro materiale per oltre 6mila persone. Un centro medico cittadino riceverà durante il prossimo mese medicinali destinati ad assistere oltre mille pazienti.
“La gente ha bisogno di appoggio urgente”, ha avvertito la coordinatrice umanitaria dell’Onu per l’Ucraina, Denise Brown, sostenendo la necessità “di agire rapidamente per aiutarla” in una situazione resa estremamente difficile dallo scarseggiare di acqua, elettricità, generi alimentari e medicinali. All’assistenza hanno partecipato l’Oim, l’Unhcr e il Pam.
L’inverno porterà un cambiamento nelle condizioni di conflitto, tra cui meno offensive, linee difensive più statiche e un maggiore rischio di malfunzionamento delle armi. Lo sostiene l’intelligence britannica nel suo ultimo rapporto.
“Con il calo delle temperature è molto probabile che le forze prive di abbigliamento e alloggio per il clima invernale subiscano danni dovuti al freddo”, proseguono gli 007 inglesi, prevedendo nuove difficoltà per le forze russe dovute “all’aumento delle precipitazioni, della velocità del vento e delle nevicate”.
L’Istituto americano per lo studio della guerra (Isw), nella sua ultima analisi sull’operazione speciale voluta da Putin, ha ipotizzato che le truppe di Mosca riprenderanno l’offensiva nell’oblast di Donetsk nelle prossime settimane, una volta che saranno arrivate ulteriori truppe mobilitate e forze ritirate da Kherson, mettendo a dura prova gli ucraini. Per l’Isw, i russi potrebbero conquistare “a fatica” Bakhmut.
Il commissario del parlamento ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, ha chiesto che sia restituito l’accredito ai giornalisti andati a Kherson senza il permesso dei militari.
Il controllo dei media in tempo di guerra è necessario ed è una prassi internazionale, tuttavia “il compito dei media internazionali è di fornire informazioni aggiornate sul posto così che i cittadini dei paesi partner possano vedere lo scopo degli armamenti e gli aiuti umanitari forniti con il denaro dei contribuenti”, ha scritto Lubinets in un post su Telegram, citato da Ukrainska pravda.
Presentata al ministro della Difesa Oleksii Reznikov, la richiesta è arrivata dopo che le forze armate ucraine hanno annunciato di aver revocato l’accredito ai giornalisti stranieri arrivati sul posto, malgrado il divieto di entrare in città prima che fosse stabilizzata la sicurezza. Fra coloro cui è stato revocato, vi sarebbero giornalisti di Cnn e Sky news, oltre che delle testate ucraine Hromadske e Ukrainska Pravda.


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